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Violenza sul personale sanitario: bodycam e smartwatch per fermare le aggressioni

Secondo il Report provvisorio dell’Ordine dei Medici di Lecce, dall’inizio di quest’anno sono più di 70 le aggressioni al personale sanitario registrate. Per garantire maggiore tutela dei medici impegnati nei PS e nel 118, il sindacalista Fsi-Usae, Francesco Perrone, propone di dotare il personale sanitario di bodycam o smartwatch.

La tecnologia di bodycam e smartwatch per frenare la violenza e aumentare la sicurezza dei sanitari in ospedale. La proposta arriva dal sindacalista Fsi-Usae, Francesco Perrone ed è finalizzata a garantire una maggiore tutela per medici e operatori sanitari impegnati nei pronto soccorso e nel 118, e vittima di aggressioni in corsia nonostante i diversi tentativi contro le violenze messi in atto da Asl e Forze dell’Ordine.

Secondo quanto confermano i dati Simes, la Puglia è la regione con il più alto numero di aggressioni ai medici: in 7 casi su 10 sono le donne medico ad essere vittime di violenza. Il numero di guardie mediche che hanno subito aggressioni è aumentato nello scorso anno del 70% e più della metà degli operatori sanitari non si sente al sicuro. Nel 55,3% dei casi non esiste un sistema di telesoccorso. E solo nei primi sei mesi di quest’anno, secondo il Report provvisorio dell’Ordine dei Medici di Lecce, sono più di 70 le aggressioni già registrate.

“Nessun provvedimento concreto a tutela della sicurezza è stato messo in campo  per scongiurare i continui e spesso gravi episodi di aggressione che subiscono operatori sanitari inseriti nell’ambito dei servizi di emergenza/urgenza dell’Asl Lecce”. Scrive il sindacalista Fsi-Usae Francesco Perrone.

“Il complesso sistema sanitario dell’emergenza-urgenza, del 118 e dell’assistenza penitenziaria – prosegue Perrone – è in fase di trasformazione, con sempre meno medici che accettano di entrare a far parte del 118 o disdettano contratti di lavoro nei pronto soccorso e nelle strutture penitenziarie, a causa delle ridotte tutele assicurative e dei notevoli rischi di aggressione che si trovano ad affrontare”.

“Alla luce delle diverse criticità evidenziate – chiarisce il sindacalista – invitiamo i vertici sanitari a valutare l’opportunità di dotare tutto il personale sanitario interessato, gli autisti/soccorritori delle postazioni del 118, gli addetti dei pronto soccorso e delle strutture penitenziarie a rischio di aggressione, di bodycam o smartwatch al fine di poter mettere in tutela e salvaguardare l’incolumità degli operatori sanitari in ogni momento ed in ogni fase d’intervento”.

“Crediamo che la soluzione possa garantire un collegamento immediato con la Centrale Operativa del Seus 118 e con le Forze dell’Ordine, inoltre le videocamere fisse e le bodycam avranno il duplice ruolo, non solo di documentare gli episodi di aggressione, ma anche di prevenzione e di dissuasione da eventuali comportamenti violenti”. Così conclude Francesco Perrone.

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