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“Vado lenta ma niente mi spaventa”, la storia della dott.ssa Antonia Occhilupo, affetta da Miastenia Gravis

Progetto senza titolo

Puglia Sanità ha incontrato la dottoressa Antonia Occhilupo, psichiatra, fondatrice, past president e segretaria dell’Associazione Miastenia Gravis APS di Lecce, il cui attuale presidente è il dott. Livio Modoni. Da anni la dottoressa, che è anche autrice di volumi in prosa e in versi, si occupa di sensibilizzare l’opinione pubblica e il mondo sanitario sulla Miastenia Gravis, la malattia rara di cui è affetta. “Sembra che Walt Disney  – dice – si sia ispirato a un suo amico affetto da Miastenia Oculare nel creare Pisolo, uno dei sette nani in Biancaneve”. Sia a livello locale sia su scala nazionale, la dottoressa Occhilupo porta avanti campagne di sostegno dei pazienti miastenici e campagne informative rivolte ai cittadini e al mondo sanitario.

Oltre a parlarci dell’Associazione e a fornirci preziose informazioni sulla malattia, la sintomatologia, la diagnosi e i trattamenti, la dott.ssa Occhilupo ha deciso di condividere con noi la sua storia di malattia, che inizia a luglio del 2005 con un’operazione di routine in anestesia generale. La “paralisi” del dopo intervento, il ricordo indelebile di poche frasi: “La stiamo perdendo, dobbiamo tagliare, adrenalina” e poi il buio. La diagnosi di “shock anafilattico”, l’ossigenoterapia. La terapia a base di cortisone a dosi massicce, fra mille analisi tutte negative e nessuna diagnosi. L’intuito dello pneumologo che le prescrive la ricerca di anticorpi contro l’acetilcolina, ma è negativa. Quando sospende gradualmente il cortisone, il suo corpo sembra franare. Il bicchiere le scivola dalle mani, cambia voce, perde la voce. I sintomi vanno e vengono. È la fine delle piccole azioni di tutti i giorni: anche asciugare i capelli o lavarsi i denti diventa impossibile.

Le dicono che è depressione, ma da psichiatra sa che non è depressione. Da psichiatra e da donna non accetta la pacca sulla spalla e si immerge nel manuale di neurologia dell’università. Arriva alle malattie neuromuscolari, arriva alla Miastenia Gravis e si riconosce in un trafiletto in corsivo. “Eureka”. Piange. Inizia l’iter tortuoso della diagnosi: l’elettromiografia eseguita a Villa Verde è positiva, il collega la manda immediatamente all’ex Fazzi a eseguire una TAC al mediastino. La diagnosi è tumore del timo. Ci dice dell’operazione per la rimozione, della seconda TAC, del nuovo timoma, del secondo intervento e della radioterapia. A Pisa esegue nuovamente l’analisi sugli anticorpi diretti contro l’acetilcolina e questa volta l’esito è positivo. “Ognuno di noi ha una data che ha cambiato per sempre la propria vita”; la sua data 0 è il giorno in cui è arrivata la diagnosi di Miastenia Gravis.

Analisi e dubbi alla mano, torna all’ospedale di Lecce, dove era risultata negativa o, meglio, falsa negativa a causa dell’utilizzo del vecchio metodo dell’immunofluorescenza, ritardandone la diagnosi. Fonda l’Associazione e si batte per ottenere a Lecce il nuovo metodo RIA (Dosaggio Radio Immunologico), affinché gli altri non debbano attraversare chilometri e false diagnosi. Lo ottiene, ma non solo, ottiene anche la ricerca di un altro tipo di anticorpi, gli antiMUSK. Negli anni ha davvero molte idee e le porta avanti con la caparbietà di una tartaruga, con il suo corpo lento e la mente che va a mille. Si scopre scrittrice. Scrive mentre si sottopone alle terapie immunomodulanti perché la malattia non si prenda tutto di lei. Si affida al bello e alla speranza nelle cose.

“Ci deve essere la speranza, sempre”. Mi saluta così.

(Foto tratta dalla copertina del romanzo “Oggi è il mio domani. Triplo salto mortale dal coma alla miastenia al timoma” di A. Occhilupo)

Benedetta Ala

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