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“Tricheco Zero Spreco”: successi contro lo spreco alimentare nelle mense scolastiche di Brindisi

Realizzato nell’ultimo anno, il progetto “Tricheco Zero Spreco” della Asl Brindisi ha ottenuto successi significativi nella lotta al cibo sprecato nelle mense scolastiche.

Questo innovativo progetto è stato guidato dal dottor Pasquale Fina e ha coinvolto quattro scuole primarie di Brindisi: Don Milani, Bozzano, Deledda-Pertini e Rodari.

L‘obiettivo principale non era solo ridurre lo spreco alimentare, ma anche eliminare l’uso di plastica monouso nelle mense.

Il cuore del progetto è stato un cucciolo di tricheco, un piccolo eroe che ha ispirato i bambini a diventare protagonisti nella lotta contro lo spreco alimentare.

Il dottor Pasquale Fina, direttore del Dipartimento di Prevenzione della Asl Brindisi, ha sottolineato l’importanza di questo progetto.

“Il progetto ‘Tricheco Zero Spreco’ è ora parte del Catalogo regionale per la promozione della salute nella scuola ed è stato implementato in via sperimentale in quattro scuole primarie di Brindisi. L’obiettivo non è solo ridurre lo spreco alimentare ma anche eliminare l’uso di plastica monouso nelle mense. Abbiamo utilizzato la storia di un cucciolo di tricheco per coinvolgere i bambini in questo importante cambiamento nelle abitudini alimentari. La storia del Tricheco Zero Spreco è stata raccontata dai docenti in classe e trasmessa in un video, rendendo ogni bambino più vicino al suo amico e ispirandoli a diventare attori principali nella lotta al cibo sprecato”.

Nella prima fase del progetto, è stato condotto uno studio sullo spreco alimentare nei refettori delle quattro scuole coinvolte. Durante le due settimane di osservazione, i bambini hanno scartato quasi 3 quintali di cibo.

Considerando anche le eccedenze alimentari non servite, pari a 89 kg di cibo, il totale degli sprechi ha raggiunto circa 4 quintali, non comprensivi di panino e frutta.

L’analisi dei dati ha rivelato notevoli differenze nei consumi tra le diverse scuole coinvolte.

Ad esempio, la stessa pasta e lenticchie servita nella scuola Deledda-Pertini è stata gradita dal 91% dei bambini, ma solo dal 36% dei bambini della scuola Bozzano.

Anche per i secondi piatti, sono emerse differenze significative tra le scuole.

In particolare, la frittata di spinaci è stata rifiutata da tutti i bambini della scuola Rodari ma apprezzata dal 74% dei bambini della scuola Don Milani. Il filetto di merluzzo al forno è stato gradito dal 58% dei bambini della scuola Rodari, ma solo dal 13% dei bambini della scuola Bozzano.

Questi dati iniziali hanno sottolineato la necessità di educare i bambini a un’alimentazione più sana e sostenibile, sensibilizzando anche gli adulti su questo tema, non solo in termini di cibo, ma anche di ambiente e società.

Successivamente, la seconda fase del progetto, iniziata a febbraio 2023, ha evidenziato un significativo miglioramento nei dati relativi allo spreco alimentare.

Durante i tre mesi di osservazione, il cibo scartato è diminuito del 9%. In termini di peso, nei giorni di osservazione, 71 kg di cibo su un totale di 880 kg non sono stati sprecati ma consumati.

Se questo atteggiamento positivo dovesse persistere per l’intero anno scolastico, si potrebbe evitare lo spreco di 13 quintali di cibo nelle quattro scuole coinvolte nel progetto.

Ad aumentare è stato anche l’apprezzamento di alcuni cibi, come nella mensa della scuola Deledda-Pertini, dove è stato osservato un atteggiamento più positivo verso piatti come pasta e ceci (+19%), merluzzo (+10%) e mozzarella, che era stata rifiutata dal 55% dei bambini nella prima fase ma solo dal 13% nella seconda fase.

Inoltre, è stato notato che in questa mensa è stata consumata più insalata, il cui consumo è salito dal 50% al 91%.

Nella scuola Don Milani, lo spreco è diminuito del 20%, grazie a un aumento significativo del consumo di alcune pietanze precedentemente meno gradite, come pasta e ceci (+14%), mozzarella (+20%), frittata (+18%) e insalata (+17%).

Per quanto riguarda la scuola Bozzano, lo spreco è diminuito notevolmente, raggiungendo quasi il -40%, sebbene il maggior consumo riguardi principalmente piatti già graditi ai bambini, come pasta al sugo, polpette al sugo, petto di pollo al forno e insalata verde.

Tuttavia, la scuola Rodari è stata un’eccezione, con uno spreco aumentato del 10% rispetto alla prima fase.

In dettaglio, il consumo dei primi piatti è diminuito, mentre per i secondi e i contorni si è registrato un aumento del consumo del petto di pollo e delle carote all’olio del 10%, ma una diminuzione del consumo della ricotta e del merluzzo dal 56% al 27%. Anche l’insalata è stata meno consumata, con una diminuzione del 20% rispetto alla prima fase.

Nel complesso, i dati di questa prima esperienza in quattro mense scolastiche di Brindisi confermano l’importanza di sensibilizzare gli studenti sul tema dello spreco alimentare.

Il progetto ha lo scopo di influenzare le abitudini alimentari dei giovani, insegnando loro il valore autentico del cibo e riducendo lo spreco alimentare, il quale, secondo i dati nazionali, è più frequente tra le fasce più giovani della popolazione.

“Tricheco Zero Spreco” mira a educare sia i giovani che gli adulti sul fatto che gettare il cibo significa sprecare non solo risorse, ma anche energia e risorse ambientali utilizzate per coltivarlo, produrlo e trasportarlo fino alla tavola.

Il dottor Fina ha concluso sottolineando che “ridurre lo spreco alimentare significa fare qualcosa di concreto per la salvaguardia del pianeta che lasceremo in eredità ai nostri bambini. Dobbiamo insegnare loro a non limitarsi a mangiare pasta al sugo e cotolette, ma a scoprire i tanti sapori e colori della dieta mediterranea. Imparare a mangiare bene e sano significa sprecare meno cibo e guadagnare più salute”.

In un momento in cui la sostenibilità e la tutela dell’ambiente sono argomenti di grande rilevanza, il progetto “Tricheco Zero Spreco” si dimostra un esempio concreto di come l’educazione possa contribuire a un futuro più sostenibile.

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