Screening oncologici, a Brindisi adesioni in aumento
Una strategia integrata di sanità pubblica che metta al centro la prevenzione: su questo tema si sono confrontati il 13 dicembre a Brindisi, nella sede dell’Autorità portuale, rappresentanti di istituzioni e associazioni professionali, docenti universitari, medici di medicina generale e specialisti della Asl Brindisi coinvolti nei programmi di screening.
Responsabili scientifici dell’evento (dal titolo “Il valore degli screening oncologici in Sanità pubblica: stato dell’arte e prospettive future”) il direttore del Dipartimento di Prevenzione della Asl, Stefano Termite, e il coordinatore operativo del Centro screening, Francesco Paolo Bianchi. Il convegno è stato organizzato dall’Ufficio formazione della Asl, in collaborazione con il Consiglio regionale dell’Ordine degli assistenti sociali.
“Negli ultimi anni – ha sottolineato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, intervenuto da remoto – abbiamo rilanciato l’attività degli screening oncologici. Per lo screening della mammella, fino al mese di novembre, su 236 mila inviti sono stati effettuati 128 mila esami, mentre per il carcinoma della cervice uterina sono stati eseguiti 132 mila esami su 305 mila donne invitate. Per quanto riguarda lo screening del colon retto, invece, avviato in collaborazione con le farmacie, bisogna puntare a un maggior coinvolgimento dei cittadini e questo si può fare con l’informazione”.
Il direttore del Dipartimento di prevenzione, Stefano Termite, ha sottolineato che “nella Asl Brindisi l’adesione allo screening del carcinoma della mammella è al 62 per cento, mentre quello della cervice uterina è al 50 per cento. Per il colon retto abbiamo raggiunto per la prima volta quest’anno l’estensione del 100 per cento, con un’adesione del 27 per cento, che – seppur da migliorare – nel panorama delle regioni del Sud Italia è una delle più alte. Siamo riusciti, in questi ultimi anni, a fidelizzare gli utenti verso un intervento di sanità pubblica così importante: anche quest’ultimo screening che sembrava meno performante si sta allineando agli altri, grazie a professionisti giovani e capaci e attrezzature all’avanguardia. Infatti, un altro tema fondamentale – ha detto ancora Termite – è quello dell’innovazione tecnologica: abbiamo apparecchiature di alto livello tecnologico che possono competere con le strutture private. Tutto questo dà fiducia agli utenti e comporta una adesione rilevante”.
Il direttore generale della Asl, Maurizio De Nuccio, ha evidenziato che “Brindisi ha raggiunto traguardi molto importanti grazie alle campagne di informazione, ma soprattutto per la professionalità degli operatori sanitari che sanno dare risposte ai cittadini. Bisogna superare la paura di sottoporsi agli screening – ha concluso – perché una diagnosi precoce può rivelarsi decisiva”.
Il direttore sanitario Vincenzo Gigantelli ha sottolineato “la valenza di un’azione regionale sistemica per un tema che rientra nei Livelli essenziali di assistenza. Bisogna puntare sul potenziamento delle équipe, sulla tempestività dei risultati e sul lavoro di squadra, come è stato fatto con il coinvolgimento delle farmacie per lo screening del colon retto. Dobbiamo lavorare – ha aggiunto – per adeguare gli organici delle strutture dedicate agli screening ma anche di quelle che si occupano di lettura e refertazione dei risultati. Questo creerà nel tempo una maggior fiducia dei cittadini nel valore della prevenzione”.
Per il direttore amministrativo Loredana Carulli “puntare sulla prevenzione vuol dire investire sulla vita. Nel 2020 la partecipazione ai programmi di screening era intorno al 20 per cento a livello regionale. Con la delibera di giunta regionale 1332 sono state definite tutte le attività di screening ed è stato avviato un percorso normativo per definire l’assetto organizzativo non solo dal punto di vista sanitario ma anche strutturale. Nell’atto aziendale che adotteremo a breve valorizzeremo tutte le Unità operative coinvolte negli screening”.