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Sanità pugliese: Case di Comunità a rischio con rimodulazione del Pnrr, ma il Salento può salvarsi

Con la revisione del Pnrr decisa dal Governo, è a rischio la realizzazione di decine di Case di Comunità in tutta Italia. Delle 121 Case programmate dalla Regione Puglia, non si sa quante saranno programmate. Uno spiraglio si apre per il Salento, dove gli ospedali e le Case di Comunità previste saranno allestite in strutture già esistenti. Ma si sa, “chi di speranza vive…” perché, ad oggi, non vi è ancora alcuna certezza.

Il Piano di rimodulazione del Pnrr, messo a punto dal Ministro Raffaele Fitto, mette in discussione le opere già avviate per costruire in tutta Italia le Case di Comunità. Si tratta di un nuovo modello organizzativo per l’assistenza di prossimità: un luogo fisico, facilmente individuabile dal cittadino che può accedervi per bisogni di assistenza socio-sanitaria.

Poco tempo e pochi soldi. E così 414 Case della Comunità su 1350, 76 centrali operative territoriali su 600 e 96 ospedali di comunità su 400, rischiano di saltare. Il punto è che i lavori non saranno terminati nel giugno del 2026 come deve, invece, essere. E, non da meno, che le risorse potrebbero non bastare per i progetti messi sul piatto e parametrati sui costi che, con l’inflazione, non sono più realistici.

 La programmazione in Puglia

 La Puglia ha programmato 121 Case di Comunità, 40 Centrali operative tecnologiche (Cot) e 36 ospedali di comunità. Dopo il documento di rimodulazione, non si sa quante saranno finanziate dal Pnrr e quante con gli altri canali di finanziamento: un’onda che rischia di abbattersi violentemente su uno scenario, quello della medicina territoriale, già fortemente compromesso tra sovraccarico del lavoro e carenza di personale.

Lo scenario che si prospetta è a dir poco preoccupante: Case e ospedali di comunità rischiano di saltare in tutta Italia, Puglia compresa. Ma per Salento, in questo, si apre uno spiraglio.  Perché il punto discusso nella riunione della Conferenza Stato-Regioni sono soprattutto le nuove costruzioni difficilmente realizzabili per il 2026 e ai costi preventivati. Le ristrutturazioni, invece, sono tutt’altro discorso.

A cominciare dalla provincia di Lecce, dove i 6 ospedali di comunità previsti, saranno allestiti tutti nelle strutture già esistenti: Campi Salentina, Gagliano, Maglie, Nardò, Poggiardo, San Cesario. Così come le 18 Case di comunità a Casarano, Santa Cesarea, Lecce, Copertino, Gallipoli, Tricase, Galatone, Cavallino, Racale, Melendugno, Aradeo, Zollino, Nociglia, Presicce, Monteroni, Taviano, Sannicola, Surbo. Tutte rifunzionalizzazioni e nessuna nuova costruzione.

Stesso discorso in provincia di Taranto: gli spazi da ristrutturare per realizzare le Case di Comunità sono a Massafra, Taranto, Ginosa, Martina Franca, Laterza, Grottaglie, Mottola, Castellaneta, San Marzano, Maruggio, Crispiano, Manduria, Sava, Palagiano, San Giorgio Ionico, Pulsano, Torricella, Talsano. Mentre dei 5 ospedali di comunità (Castellaneta, Taranto, Manduria, Ginosa, Massafra, Martina Franca), potrebbe essere a rischio solo quello di Martina Franca che è da costruire.

Anche Brindisi, che ha ottenuto 8 ospedali di comunità a Cisternino, Fasano, Ceglie Messapica, Mesagne, Latiano, San Pancrazio Salentino, Brindisi e 7 case di comunità a San Vito dei Normanni, Villa Castelli, Cisternino, Ostuni, San Michele Salentino, Torre Santa Susanna, Francavilla Fontana, ha scelto di adibire a Case di Comunità strutture già esistenti e di proprietà della Asl.

Nonostante i presupposti – almeno per quanto riguarda il Salento – lascino ben sperare, non c’è ad oggi ancora alcuna certezza. La riunione della Stato-Regioni è terminata con un nulla di fatto, se non per l’accordo per il riparto del Fondo Sanitario Nazionale 2023, grazie al quale alla Puglia saranno assegnati 211 milioni di euro in più rispetto al 2022.

 

 

 

 

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