Riduzione Liste d’attesa, è polemica: bocciata Pdl Azione. Caos tra Regioni e Governo
Bocciata dal Consiglio Regionale la proposta di Fabiano Amati sulla riduzione delle liste d’attesa. Quella che ormai è una vera e propria emergenza sembra non trovare, ancora una volta, soluzione. Secondo il Governo regionale, il problema sono le poche risorse. Di parere opposto il Governo nazionale che spinge sull’uso efficiente delle stesse. Intanto, la Legge di Bilancio è in stesura e ad attenderci ci saranno probabilmente nuovi tagli alla sanità.
È stata bocciata la proposta di legge presentata da Azione sulla riduzione delle liste d’attesa. Il Consiglio regionale si è pronunciato con voto contrario.
In sostanza la legge prevedeva l’introduzione della decadenza automatica dei direttori generali in caso di mancato rispetto degli obiettivi di riduzione delle liste, oltre all’attivazione del Cup regionale unificato, l’organizzazione delle prenotazioni con una proiezione di 365 giorni e anche oltre, la sospensione dell’Alpi (libera professione intramoenia) qualora i tempi di attesa per le prestazioni istituzionali siano superiori di più di cinque giorni rispetto a quella erogata in Alpi.
Dopo un vivace dibattito in aula e un confronto serrato tra il firmatario della Pdl, Fabiano Amati, e l’Assessore alla Sanità Rocco Palese, la bocciatura del testo è stata inevitabile. E se da un lato c’è Paolo Pagliaro (La Puglia Domani) che parla di “occasione mancata”, dall’altro Francesco Ventola (FdI) ribatte: “Alzi la mano chi non vorrebbe azzerare le liste d’attesa, chi ogni giorno non ha un parente, un amico o un conoscente che deve prenotare una visita medica e viene proposta una data lontana di mesi e mesi o, peggio, trova le agende chiuse. Non serve un’altra legge, serve che si riorganizzi il sistema sanitario regionale, quello esistente ha fallito”, una soluzione concreta al problema delle liste d’attesa sembra non vedere la luce, almeno nell’immediato.
Di contro, sulle liste d’attesa Palese lascia che a parlare siano i numeri e, nello specifico, la valutazione positiva unanime che il Ministero della Salute, del Mef e l’Agenas hanno attribuito al piano operativo per il recupero relativo al primo semestre del 2023. Il 56% dei nuovi inserimenti nei registri aziendali dal 1° gennaio 2023 e da erogarsi nel medesimo anno sono stati già erogati.
Ma allora qual è il problema? Lo stesso Rocco Palese chiama in causa il Governo: “La Regione Puglia ha messo in campo tutte le iniziative per garantire il recupero delle liste d’attesa. Si tratta di un problema di assoluta rilevanza nazionale e che richiederebbe un finanziamento più alto rispetto a quanto attualmente assegnato. Si rende necessario un piano nazionale straordinario, che possa consentire l’effettivo recupero delle prestazioni non ancora rese”.
Il Governo punta ad un “approccio più profondo”. Ed è proprio dal Festival delle Regioni e delle Province autonome che arriva la stoccata del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “Non basta necessariamente spendere di più per risolvere i problemi se poi quelle risorse venissero utilizzate in modo inefficiente. – e aggiunge – Abbattere le liste d’attesa è un impegno che abbiamo preso in prima persona e che voglio ribadire”. Il messaggio è chiaro: il Governo non si volta dall’altra parte, ma i margini di manovra sono limitati. Intanto nella prossima Legge di Bilancio ci saranno nuovi tagli che colpiranno anche la sanità.
Articolo di Giulia De Nigris