Polo Oncologico del Fazzi, Pagliaro: “Struttura efficiente, ma si può fare meglio per i pazienti fragili”
È ripartito dal Polo Oncologico del Vito Fazzi di Lecce il tour ispettivo del consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani e Presidente MRS. “Ambienti accoglienti, spazi ben organizzati e pulizia contraddistinguono questo polo, che ho voluto visitare per toccare con mano il livello dell’assistenza che viene erogata ai pazienti più fragili e bisognosi di cure e attenzioni speciali, pazienti che meritano priorità assoluta -ha dichiarato Pagliaro in una nota.
“Ho potuto constatare la grande professionalità e disponibilità umana del personale sanitario, che ha compreso lo spirito partecipativo della mia ispezione mettendo in evidenza anche carenze e criticità. Anche qui ho riscontrato penuria di medici, oss e infermieri. Un problema che rende impossibile anche l’attivazione di nuovi posti letto, di cui ci sarebbe bisogno. Tutto questo sarà portato all’attenzione della Commissione Sanità del Consiglio regionale nell’audizione di cui presenterò richiesta, come sempre avviene a conclusione di ogni mia ispezione, per evidenziare buchi da colmare per migliorare la presa in carico, i servizi e i percorsi di cura dei pazienti oncologici.
Partendo dall’ACCETTAZIONE, lo sportello del COrO (il Centro di Orientamento Oncologico) è attivo dal lunedì al venerdì, dalle 11 alle 12. Dalle 9 alle 11, invece, è raggiungibile telefonicamente, ma per far fronte alla mole di chiamate è necessario potenziare questo servizio con altri operatori dedicati e un centralino che consenta agli utenti di contattare il centro e il recupero delle telefonate in arrivo. I servizi del COrO non sono adeguatamente pubblicizzati, mentre andrebbero fatti conoscere per orientare i pazienti che ne hanno bisogno. Affidarsi al sito non basta.
43mila pazienti trattati, 12mila visite di controllo e 1600 prime visite all’anno: sono questi i numeri del COrO, un’organizzazione complessa che segue i pazienti dalla prima visita oncologica fino agli esami diagnostici e alle terapie, offrendo anche sostegno psicologico. Ho evidenziato il problema delle lunghe attese per esami specifici, soprattutto per pazienti seguiti in altre strutture anche fuori regione, ed è emersa la necessità di attivare un Cup separato per questa specifica fascia di utenti, in modo da non intralciare il percorso terapeutico dei pazienti presi in carico direttamente dal COrO di Lecce, che fa parte della rete oncologica pugliese nata proprio per evitare la migrazione verso strutture extra regionali.
Mi è stato evidenziato il problema dell’ARCHIVIO ormai insufficiente a contenere il materiale da conservare. Ma la vera emergenza è la carenza di risorse umane: oss per supportare i pazienti ricoverati, spesso non autosufficienti; almeno 3 medici per fronteggiare adeguatamente la domanda crescente di assistenza oncologica: ci sono solo 12 specialisti per 23-24 pazienti al giorno, con un sovraccarico di lavoro difficile da sostenere.
43mila pazienti trattati, 12mila visite di controllo e 1600 prime visite all’anno: sono questi i numeri del COrO, un’organizzazione complessa che segue i pazienti dalla prima visita oncologica fino agli esami diagnostici e alle terapie, offrendo anche sostegno psicologico. Ho evidenziato il problema delle lunghe attese per esami specifici, soprattutto per pazienti seguiti in altre strutture anche fuori regione, ed è emersa la necessità di attivare un Cup separato per questa specifica fascia di utenti, in modo da non intralciare il percorso terapeutico dei pazienti presi in carico direttamente dal COrO di Lecce, che fa parte della rete oncologica pugliese nata proprio per evitare la migrazione verso strutture extra regionali.
Mi è stato evidenziato il problema dell’ARCHIVIO ormai insufficiente a contenere il materiale da conservare. Ma la vera emergenza è la carenza di risorse umane: oss per supportare i pazienti ricoverati, spesso non autosufficienti; almeno 3 medici per fronteggiare adeguatamente la domanda crescente di assistenza oncologica: ci sono solo 12 specialisti per 23-24 pazienti al giorno, con un sovraccarico di lavoro difficile da sostenere.
Il REPARTO DIAGNOSTICO al seminterrato raccoglie radioterapia, medicina nucleare, radiologia, Tac, senologia, fisica sanitaria e Pet. Oltre alla carenza di personale, ho registrato l’assenza del capo dipartimento, figura di raccordo necessaria per coordinare servizi tanto delicati e complessi. Per la RADIOLOGIA è emersa la necessità di un filtro a monte, per indirizzare altrove i codici bianchi e verdi e dare spazio alle urgenze.
Per la SENOLOGIA, a parte le emergenze che hanno una corsia preferenziale, i tempi di attesa per una mammografia sono in media di 12-18 mesi. Tempi inaccettabili. È stata fatta richiesta di un nuovo mammografo in aggiunta ai due al momento operativi, e di un monitor per la refertazione. Strumenti necessari per far fronte ad un’attività molto intensa, mattina e pomeriggio dal lunedì al venerdì, e il sabato solo di mattina. Anche qui vi è un ARCHIVIO super affollato, che necessita di ulteriori spazi.
E veniamo alla nota dolente: la PET-TAC rotta nel reparto di MEDICINA NUCLEARE. L’inaffidabilità della macchina, spesso in riparazione, è un problema che ho evidenziato già ad aprile scorso e che è riemerso in questi giorni, dopo che ad un gruppo di pazienti è stato somministrato il radiofarmaco ma sono rimasti per ore in attesa di essere sottoposti all’esame, per poi scoprire che la macchina era di nuovo fuori uso. Oggi ho potuto visitare il cantiere della sala in cui verrà alloggiata la nuova macchina acquistata con fondi del Pnrr, in sostituzione di quella non più riparabile smantellata ad inizio aprile scorso, usurata dopo aver lavorato in doppio turno per nove anni. In attesa dell’avvio della nuova Pet-Tac, prevista per inizio ottobre prossimo, si lavora con un muletto collocato all’esterno, con grandi disagi per i pazienti che devono affrontare freddo, caldo e intemperie per raggiungere la struttura mobile. Una soluzione tampone e provvisoria che è diventata quotidiana ormai da ciinque mesi. Giovedì scorso, poi, la macchina muletto ha dato forfait e solo oggi, durante il mio sopralluogo, è arrivato un tecnico da Napoli per provare a ripararla. Entro un mese dovrebbe essere operativa il nuovo apparecchio, e vigilerò sul rispetto di questo cronoprogramma perché si tratta di un esame importante che va garantito nel migliore dei modi.
Nel reparto di GENETICA MEDICA non è più possibile eseguire il NIPT (test prenatale non invasivo). Ho scoperto nel sopralluogo di oggi che, dopo l’impugnazione della legge regionale che prevedeva l’erogazione gratuita del test per le donne over 40 o con alti fattori di rischio, l’esame viene eseguito gratuitamente solo all’ospedale Di Venere di Bari, mentre ci sarebbe bisogno di almeno altre due strutture per un riequilibrio territoriale: a Lecce e Foggia. Alle future mamme salentine, dunque, viene negata questa importante possibilità diagnostica sul territorio.
Nell’Hub della TERAPIA DEL DOLORE, a cui accedono pazienti oncologici e non, mi è stata segnalata la necessità di posti a sedere per gli utenti in attesa. Richiesta effettuata da tempo ma ancora senza risposta.
Nel reparto di OMCOEMATOLOGIA PEDIATRICA, con spazi accoglienti riservati al gioco e alla socializzazione e persino una cucina a disposizione delle mamme dei piccoli pazienti ricoverati, c’è l’esigenza di aumentare i 6 posti letto disponibili, ma manca il personale sanitario. È necessaria la presa in carico dei pazienti oncologici sotto i 18 anni, che hanno bisogni di cura specifici, con l’attivazione di un COrO dedicato che li prenda in carico e li segua nel percorso diagnostico e terapeutico.
Ad EMATOLOGIA servirà un nuovo innesto di personale quando entreranno in funzione le camere sterili. Anche qui mi è stata evidenziata la carenza di risorse umane, spina nel fianco di un reparto che opera al meglio. Servono in particolare operatori sociosanitari, che rinforzino i pochi in servizio che già svolgono compiti extra come il trasporto dei campioni da analizzare e di altri materiali al Fazzi, usufruendo di un servizio navetta insufficiente.
Ho anche assaggiato, come sempre faccio, il CIBO che viene servito ai pazienti, riscontrando un servizio di ristorazione accettabile. Dopo le mie segnalazioni dello scorso anno su cibo scotto e immangiabile, è stato adottato un sistema per sigillare i piatti che consente di mantenere i pasti caldi. Mi fu assicurato che avrebbero provveduto a migliorare la qualità e ho potuto verificare che è stato dato seguito a questo impegno.
Di tutte queste lacune, piccole e grandi, mi farò portavoce in Commissione Sanità nell’audizione che chiederò di convocare al più presto. Sono certo che il Polo Oncologico, già fiore all’occhiello della Asl di Lecce, possa migliorare la qualità della sua offerta sanitaria per i pazienti più fragili in modo da fermare l’emorragia verso altri ospedali, valorizzando le eccellenze professionali di cui dispone”.