Politiche sanitarie e sociali: Italia divisa in due, bocciata la Puglia
Dal Crea Sanità una fotografia dell’Italia sempre più divisa in due. Appropriatezza, equità, sociale, esiti, economico-finanziaria, innovazione, le dimensioni analizzate. Promosse con lode Veneto e Trentino Alto-Adige, bocciate le regioni del sud tra cui la Puglia.
Cinque Regioni “promosse” (Piemonte, Lombardia, Emila Romagna, Toscana e Marche) di cui tre con lode (Veneto, Trento e Bolzano). Sette “rimandate” (Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Umbria, Molise, Valle d’Aosta e Abruzzo) e sei “bocciate” (Sicilia, Puglia, Sardegna, Campania, Basilicata e Calabria).
Questo il quadro delle Regioni italiane alla prova delle Performance 2023 su appropriatezza, equità, sociale, esiti, economico-finanziaria, innovazione, disegnato dalla XI edizione del rapporto “Le Performance Regionali” del CREA Sanità, Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità.
Una fotografia dalla quale emerge con prepotenza un’Italia divisa in due l’Italia, con circa 29 milioni di cittadini nelle prime otto Regioni sul podio che possono stare relativamente tranquilli e altri 29 milioni nelle Regioni rimanenti che potrebbero avere serie difficoltà.
I “voti” alle Regioni sono state assegnati quest’anno da oltre 100 esperti raggruppati in un Panel multistakeholder diviso in cinque grandi gruppi: istituzioni, management aziendale, professioni sanitarie, utenti, industria medicale, che hanno anche ideato un sistema di monitoraggio ‘dinamico’ degli effetti dell’autonomia differenziata. Un sistema che da oggi è oggetto di valutazione da parte del CREA e dei suoi esperti: oltre ai rappresentanti del Panel, il CREA si avvale di docenti universitari nei campi dell’economia, del diritto, dell’epidemiologia, dell’ingegneria biomedica, della statistica medica.
Le performance regionali
Sono 6 le dimensioni analizzate (appropriatezza, equità, sociale, esiti, economico-finanziaria, innovazione ) e le performance sono state indicate dal Crea Regione per Regione nel modo più semplice: i valori degli indicatori sono stati associati a due colori differenti: verde se il valore è migliore della media nazionale e rosso se è peggiore. Così, ad esempio, il Veneto (Regione che ha ottenuto i risultati migliori) presenta tutti gli indicatori delle prime quattro dimensioni per importanza “verdi”. E solo nella dimensione economico-finanziaria ha due ‘rossi’ per quanto riguarda la spesa sanitaria pubblica e l’incidenza dei consumi sanitari sul totale dei consumi; e nella dimensione innovazione non va l’attuazione del fascicolo sanitario elettronico. La Calabria (la Regione coi risultati peggiori) è quasi tutta “rossa”; su diciotto indicatori, in verde ha solo quelli sull’ospedalizzazione evitabile per malattie croniche (unico nelle dimensioni maggiori), l’indice di salute mentale, la spesa pro-capite standardizzata, l’implementazione della rete oncologica e lo sviluppo del fascicolo sanitario elettronico.
Entrando nello specifico delle “pagelle”, come abbiamo visto, Veneto, Trento e Bolzano hanno ottenuto il miglior risultato 2023 (con punteggi che superano la soglia del 50% del risultato massimo ottenibile, rispettivamente: 59%, 55% e 52%).
Toscana, Piemonte, Emilia-Romagna, Lombardia e Marche vanno abbastanza bene, con livelli dell’indice di Performance compresi tra il 47% e il 49 %.
Ma le buone notizie finiscono appunto qui: se Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Umbria, Molise, Valle d’Aosta e Abruzzo raggiungono livelli di Performance abbastanza omogenei, seppure inferiori, compresi nel range 37-43%, Sicilia, Puglia, Sardegna, Campania, Basilicata e Calabria, hanno livelli di Performance che risultano inferiori al 32%.
La valutazione 2023 delle Performance regionali, in tema di tutela sociosanitaria offerta ai propri cittadini residenti, oscilla da un massimo del 59% (fatto 100% il risultato massimo raggiungibile) ad un minimo del 30%: il risultato migliore lo ottiene il Veneto ed il peggiore la Calabria.