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Octopus-therapy: i polpi di uncinetto per dare sostegno emotivo ai nati prematuri

Sembrano dei semplici peluche ma sono molto di più: simulando il cordone ombelicale aiutano i prematuri nello sviluppo fuori dal ventre materno.

Ogni volta che un bambino nasce prematuro (prima della 37esima settimana di gravidanza), il suo ambiente cambia bruscamente ed è costretto ad abbondonare la “vita precedente” nel grembo materno. L’uscita prematura, infatti, determina ansia e nervosismo nel neonato. Tenendo in considerazione questo aspetto, da qualche anno, le unità prenatali di alcuni paesi hanno trovato un modo per dare un sostegno emotivo ai piccoli nati prematuramente.

La brillante idea di un ospedale danese

Mentre sono nel sacco amniotico, i bambini hanno un solo “compagno” con cui condividere lo spazio e con cui entrare in contatto: il cordone ombelicale. Spesso durante l’ecografia si vede che si attaccano al cordone, lo toccano e ci giocano.

Da qui l’idea ingegnosa: un animaletto di cotone, fatto all’uncinetto, con lunghi tentacoli che assomigliano, nella forma e nella struttura, al cordone ombelicale.

L’intuizione è nata nel 2013 presso l’Ospedale Universitario di Aarhus (Danimarca) da alcuni medici che avevano notato che la saturazione di ossigeno, la frequenza cardiaca e la frequenza respiratoria dei piccoli prematuri ricoverati in incubatrice migliorava drasticamente quando i neonati prematuri potevano stringere con le loro piccole manine i tentacoli di polpi giocattolo. Inoltre, le infermiere del reparto avevano riscontrato che i piccoli pazienti erano più calmi e non si strappavano i tubi, i fili e i sondini che erano collegati ai loro piccoli corpi.

L’idea nata in Danimarca, si è diffusa in Inghilterra e, successivamente, in molti altri paesi, inclusa l’Italia. Al reparto Utin e Neonatologia dell’Ospedale Sacro Cuore di Gesù Fatebenefratelli di Benevento sono stati donati dalla mamma di bimba nata molto prematura presso lo stesso reparto, una trentina di simpatici “polpetti” fatti all’uncinetto per la Octopus Therapy. L’ospedale campano ha subito aderito all’iniziativa invitando le mamme, le nonne e le donne che hanno abilità con l’uncinetto e che vogliano aiutare questi piccoli eroi, a ricamare personaggi colorati.

«La Octopus Therapy si affianca alle altre terapie che mettiamo in atto per i nostri piccoli guerrieri: “Kangaroo mother care (conosciuta anche come canguro terapia o marsupio terapia), la Fkt, etc. etc» ha dichiarato il dottor Raffaello Rabuano, direttore dei reparti di Pediatria/Nipiologia/Neonatologia e UTIN dell’Ospedale Sacro Cuore di Gesù (Fatebenefratelli) di Benevento.
«Consentiamo di conservare il “polpetto” di cotone addosso alle mamme per impregnarlo del proprio profumo, permettendo così al bambino di superare il traumatico momento del distacco e conservare un contatto olfattivo con la propria madre», conclude Rabuano.

Oggigiorno, sono moltissime le persone che si sono unite a questa campagna e che dedicano il loro tempo libero a creare questi piccoli animaletti, seguendo i modelli inviati dallo stesso ospedale.

Bisogna sapere, infatti, che questi polpi di uncinetto hanno caratteristiche specifiche, affinché non siano pericolosi per i neonati:

  • Il filo usato è 100% cotone.
  • Il punto deve essere molto stretto, per evitare che l’imbottitura esca fuori.
  • L’imbottitura deve essere di una fibra che può essere lavata a 60°C.
  • I tentacoli non possono essere più lunghi di 22 cm.

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