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La rivolta dei laboratori analisi pugliesi: in attesa di giudizio, sospese prenotazioni di esami di laboratorio in esenzione dopo il 30 giugno 2023

Le sigle sindacali Confcommercio Sanità Puglia, S.Na.Bi.L.P. Puglia e LANAP danno avviso a tutti i cittadini, alle ASL pugliesi, ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta, alle associazioni per le cure domiciliari, al Tribunale del malato, alle associazioni di tutela dei consumatori che comincia una dura protesta.

Gli associati alle sigle sindacali elencate, in attesa del giudizio di legittimità costituzionale promosso dal Consiglio dei Ministri a difesa dell’art. 23, comma 1, della L.R. n. 30/2022, e soprattutto a seguito delle recentissime determinazioni dirigenziali emanate dal Servizio Strategie e Governo dell’Offerta del Dipartimento della Salute della Regione Puglia, sospenderanno, a partire da lunedì 27 marzo 2023, le prenotazioni delle analisi di laboratorio in esenzione successive al 30 giugno 2023 ovviamente garantendo tutto ciò che è già stato prenotato dagli assistiti alla data odierna. Nella convinzione che non trattasi di una mera difesa di interesse di categoria, ma della tutela del diritto alla salute e dei servizi di assistenza sanitaria territoriale che va salvaguardato a beneficio di tutti i cittadini pugliesi e soprattutto quelli che si trovano in stato di particolare fragilità trattandosi di offerta di prestazione sanitaria rientrante nei livelli essenziali di assistenza (LEA)” – spiegano i promotori dell’iniziativa.

La Determinazione Dirigenziale n. 47 del 27/02/2023, che ha lo scopo di individuare le reti di laboratorio esistenti in Puglia per poterle quindi contrattualizzare e al fine garantire al cittadino la possibilità di fare gli esami in esenzione, reintroduce una serie di anomalie che il consiglio regionale ha già censurato nell’anno 2022, cui il Dipartimento regionale della salute non ha inteso porre rimedio:

  1. la prima riguarda il riavvio del cronoprogramma,il cui documento non è stato oggetto di nessuna normativa tanto che la stessa Regione Puglia con dichiarazione della competente Sottocommissione tematica della sanità ha dichiarato privo di fondatezza giuridica.
  2. l’invito del Dipartimento regionale della salute alle aziende sanitarie di redigere i contratti da stipulare con le reti di laboratorio contenenti una clausola contrattuale risolutiva in caso di sentenza dichiarativa di incostituzionalità dell’art. 23, comma 1, della L.R. n. 30/2022, senza però fornire alcuna tutela per le prestazioni sanitarie già erogate dalle medesime strutture private in forza di tale contratto e nei limiti dei previsti tetti di spesa loro assegnati;
  3. La verifica e l’aggiornamento delle reti dei laboratori privati accreditati è stata realizzata senza rispettare la normativa regionale (DGR 736/2017) tanto da inventare modelli organizzativi di rete del tutto inesistenti.
  4. Richiama una Determinazione Dirigenziale che addirittura vieta la libera professione.

La presenza di tali innumerevoli anomalie evidenziano che il dipartimento regionale della salute, benché privo di risorse per affrontare le questioni sanitarie quotidiane, non manca di sfornare in sequela atti dirigenziali che trasmodano, come evidenziato, in determinazioni arbitrarie ed illegittime che non permettono, ad oggi, la proficua collaborazione pubblico-privato accreditato frustrando l’affidamento del cittadino e le imprese nella sicurezza giuridica e, questo, evidentemente è inaccettabile.

I promotori chiedono l’intervento urgente della politica regionale affinché sia difesa la legge regionale, ovvero il primo comma dell’art. 23 della L.R. n. 30/2022, approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale. E avvertono che, in caso contrario, saranno a rischio circa 2000 posti di lavoro di professionisti sanitari (medici, biologi, chimici, tecnici, infermieri e personale amministrativo) ed i laboratori attualmente presenti sull’intero territorio regionale. Inoltre, saranno a repentaglio le prenotazioni già effettuate e che non potranno essere soddisfatte, nonché in generale il diritto alla salute dei pazienti che, dopo aver atteso la data utile di erogazione, non potranno accedere al servizio offerto dalle strutture private accreditate né otterranno risposte dalle strutture sanitarie pubbliche. A questo si aggiunge la perdita degli investimenti in attrezzature e tecnologia acquistata in forma vincolata con fondi europei e regionali, delle quali è peraltro vietata la dismissione.

La discussione a livello regionale

È convocata per lunedì 20 marzo la riunione della sottocommissione sulla riorganizzazione della rete dei laboratori analisi accreditati, a cui sono stati invitati a partecipare l’Assessore alla Sanità Rocco Palese e il dirigente del servizio strategie e governo dell’assistenza ospedaliera – gestione dei rapporti convenzionali del Dipartimento Salute Vito Carbone. La sottocommissione è composta dai consiglieri regionali Marco Galante, Antonio Tutolo, Antonio Gabellone, Lucia Parchitelli, Giacomo Conserva, Francesco La Notte, Saverio Tammacco e Mauro Vizzino.

«Dobbiamo batterci in tutte le sedi opportune per tutelare i laboratori analisi esistenti, che hanno già sostenuto numerose spese per avere i requisiti per l’accreditamento e che rischierebbero di chiudere se fosse confermata l’impugnativa» – spiegano i consiglieri componenti della sottocommissione  «In una rete di tipo B, quella voluta dal Governo, i Laboratori Hub difficilmente potranno ricollocare nelle proprie strutture tutto il personale assunto, e la stragrande maggioranza dei laboratori si ridurrebbero a semplici punti prelievo. Dobbiamo difendere la qualità dei servizi offerti sui territori dai laboratori e centinaia di posti di lavoro».

 

 

 

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