“Io Resto in Puglia”: appello per trattenere i giovani medici
L‘Ordine dei medici di Bari lancia un urgente appello affinché i giovani medici che si specializzano in Puglia possano avere l’opportunità di lavorare e contribuire al servizio sanitario regionale. La nuova campagna di comunicazione, intitolata “Io Resto in Puglia”, è volta a sollecitare l’assegnazione di maggiori risorse per l’assunzione di giovani professionisti medici nell’ambito del sistema sanitario, al fine di migliorare l’assistenza sanitaria per i cittadini pugliesi.
Il presidente dell’Ordine dei medici di Bari, Filippo Anelli, sottolinea l’importanza di adottare misure straordinarie per l’assunzione dei giovani medici.
La crescente domanda di assistenza medica e le liste di attesa in costante aumento richiedono un incremento significativo del personale medico.
Anelli ha evidenziato come la richiesta di aumentare il numero di medici sia stata avanzata anche a livello nazionale, ma in Puglia, la situazione è particolarmente urgente a causa del blocco delle assunzioni degli anni precedenti, che ha portato a un graduale abbandono dei reparti ospedalieri.
Attualmente, su 458 contratti ministeriali/regionali, l’Università di Bari ha assegnato 388 candidati, ma gli iscritti effettivi sono 339.
C’è il timore che questi giovani, una volta specializzati, lascino la regione in cerca di opportunità altrove, anche all’estero.
Secondo l’OCSE, negli ultimi tre anni – 2019, 2020 e 2021 – oltre 21.000 medici e 15.000 infermieri italiani risultano lavorare all’estero (il dato della Germania manca).
L’emigrazione all’estero è aumentata progressivamente dal 2000 al 2018, soprattutto dopo il blocco dei contratti e il blocco del turnover.
Una recente ricerca condotta dall’Istituto Piepoli e presentata a Roma durante il Convegno Nazionale Fnomceo “Valore Salute” ha rivelato che il 40% dei medici italiani sarebbe interessato a lavorare all’estero.
Nei vari ospedali pugliesi, secondo i dati raccolti dal sindacato Anaao-assomed, mancano tra 2.500 e 3.000 professionisti sanitari.
Queste carenze potrebbero aumentare nei prossimi due anni a causa del pensionamento di una grande quantità di medici e dei tagli alle pensioni.
La crisi attuale coinvolge tutte le Aziende Sanitarie Locali (ASL) e gli ospedali delle sei province pugliesi, con situazioni critiche, in particolare nell’ASL Brindisi.
L’andamento è confermato dal rapporto tra cessazioni e nuove assunzioni: mentre 1.257 medici hanno lasciato il servizio, le ASL pugliesi ne hanno assunti solo 995 per rimpiazzarli.
Nell’ASL Bari, il Policlinico di Bari ha perso 205 medici, mentre ha assunto solo 165 nuovi professionisti.
La situazione è simile in altre strutture sanitarie come l’IRCSS Giovanni Paolo II con 18 cessazioni a fronte di 16 nuove assunzioni e l’IRCSS De Bellis con 17 cessazioni e solo 8 nuove assunzioni.
Anche la medicina generale è in difficoltà. Secondo la Fondazione Gimbe, il numero di medici di medicina generale in Puglia è diminuito del 3,7% tra il 2019 e il 2021, e la regione perderà ulteriori 383 professionisti entro il 2025.
Questa situazione ha portato molti professionisti a prendere la difficile decisione di abbandonare il loro lavoro presso le strutture ospedaliere, lasciando un vuoto che deve essere urgentemente riempito per garantire un’adeguata assistenza medica a tutti i cittadini pugliesi.
L’appello “Io Resto in Puglia” mette in evidenza la necessità cruciale di fornire ai giovani medici l’opportunità di lavorare nella regione e contribuire a migliorare il servizio sanitario pugliese.
La campagna mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione attuale e a sottolineare l’importanza di un investimento significativo nell’assunzione di nuovi medici per garantire cure adeguate e tempestive per tutti i pazienti.