Giornata mondiale del Parkinson: uno studio americano rivela che vivere a contatto con la natura riduce il rischio di ospedalizzazione
In occasione della Giornata Mondiale della Malattia di Parkinson, la Società Italiana di Neurologia ha diffuso i risultati di uno studio americano recentemente pubblicati sul Journal of the American Medical Association, che indicano come tra le malattie che possono trarre benefici dal “contatto verde e blu” ci sono anche il Parkinson e le demenze.
Dallo studio è emerso che gli ambienti naturali all’aperto, i cosiddetti spazi verdi, sono paesaggi terapeutici e una risorsa di salute pubblica. Dati simili sono emersi per i cosiddetti spazi blu, cioè gli ambienti legati all’acqua. I benefici riscontrabili in entrambi i casi dipendono dalla qualità del luogo in cui sono situati.
Secondo quanto emerge dalla ricerca pubblicata si JAMA dall’Università di Boston, fra gennaio 2000 e dicembre 2016 sono stati analizzati oltre 122mila soggetti con un’età compresa tra i 65 e i 74 anni. La metà (55,2%) erano donne, la maggior parte (84,4%) di razza bianca, quasi tutti coperti dal sistema di assistenza sanitaria americano MEDICARE, metà con diagnosi di Parkinson e l’altra metà con quella di Alzheimer.
I loro iter di malattia e di ricovero sono stati confrontati con gli indici di vegetazione viva e di acqua della loro area di residenza. È stato usato il cosiddetto indice NDVI (Normalized Difference Vegetation Index), cioè indice normalizzato delle variazioni della vegetazione che valuta la percentuale di parco e di spazio blu in relazione alla densità di popolazione di almeno 1000 persone per miglio quadrato di territorio.
Parkinson: cosa è emerso
Lo studio ha evidenziato una generale riduzione dei ricoveri ospedalieri per i residenti delle aree più verdi e più blu, molto significativa per la malattia di Parkinson, indicando che alcuni ambienti naturali sono associati ad un calo del rischio di ospedalizzazione per tale malattia.
“In ogni caso, a quanto pare gli ambienti naturali, come foreste, parchi, alberi stradali e fiumi, oltre a ridurre lo stress e rendere disponibili spazi per l’attività fisica e le interazioni sociali – commenta il Presidente della Società Italiana di Neurologia, professor Alfredo Barardelli dell’Università La Sapienza di Roma – hanno una reale azione terapeutica. È noto che il verde riduce la depressione e le patologie cardio-metaboliche che sono fattori di rischio implicati anche nella malattia di Parkinson”. Conclude Barardelli.