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Fine lavori ospedale Monopoli-Fasano, Amati: “Nulla di fatto”

Il 24 luglio 2023 era stato annunciato il fine lavori del nuovo ospedale Monopoli-Fasano, lavori non ancora terminati. Il Consigliere e commissario regionale di Azione Fabiano Amati in una nota dichiara: “Dispiace osservare che l’annuncio fu fatto dal DG della Asl Sanguedolce il 19 aprile scorso, tre mesi fa, quando era già evidente l’impossibilità di realizzare il risultato, anche perché scritto nelle relazioni della direzione lavori. L’annuncio, quindi, era già in controtendenza con la disciplina e l’onore che la Costituzione richiede ai funzionari pubblici e soprattutto ai medici”.

“Nell’occasione del sopralluogo-annuncio del 19 aprile erano stati addirittura trasportati in fretta e in furia due letti dall’ospedale San Giacomo di Monopoli, per dimostrare il completamento delle stanze di degenza, entrando peraltro in contraddizione con l’altro annuncio – anch’esso infondato – di avvio delle gare per l’acquisto degli arredi e delle attrezzature, ad oggi non ancora partite. Ora – continua –  si apre una fase difficile, nella speranza di vederla governata con maggiore professionalità.
“È la fase in cui andrà gestito il complesso sistema della penali, nella speranza che siano applicate già nella giornata di oggi, e del rapporto con l’impresa appaltatrice nella parte relativa alla richiesta di proroga di tre mesi e maggiori oneri per 4milioni, su cui si attende la decisione del Collegio consultivo tecnico; nella ovvia speranza che non vengano adottate decisioni come quelle del passato – duramente contestate dalla direzione dei lavori – perché pronunciate riconoscendo tra l’altro maggiori oneri da ritardi Covid, però calcolati anche su finestre temporali antecedenti – addirittura – alla diagnosi del primo caso Covid a Wuhan”, prosegue Amati.
“Continuerò a monitorare con attenzione il processo di costruzione del nuovo ospedale e la fase degli acquisti di arredi e attrezzature, nella speranza che alberghi in tutti i protagonisti l’idea del bene quotidiano; non il bene per l’umanità, quello da cuore in fiamme subissato con parole fortemente zuccherate e perciò disimpegnate, ma il bene senza remunerazione in onori, quello in grado di suscitare un’azione politica positiva alla semplice vista anche di un solo destino di sofferenza posto a carico di individui sconosciuti e semplici – conclude Amati.

 

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