Epilessia maschile e femminile, le differenze risiedono nel cervello
La LICE, Lega italiana contro l’epilessia, fa chiarezza sui seguenti punti:
- L’Epilessia negli uomini e nelle donne
- I farmaci anticrisi, soprattutto nelle donne, possono modificare l’assetto ormonale
- Ancora oggi il 30% delle Epilessie è farmacoresistente
Roma, 7 marzo 2023 – Il cervello maschile e quello femminile sono diversi anche quando si parla di Epilessia. E queste differenze si formano già nel corso di una gravidanza: grazie all’ipotalamo che è la regione corticale che comanda tutte le nostre ghiandole periferiche il cervello si differenzia, quindi, in femminile e maschile.
La differenza principale si può riscontrare soprattutto nella comparsa dell’Epilessia che può essere diversa come età di esordio delle manifestazioni, sebbene nella realtà il tipo di crisi sia più o meno sempre lo stesso, e della capacità e sensibilità di rispondere ad eventuali farmaci. Nel nostro cervello, inoltre, un ruolo importante lo hanno i neurotrasmettitori, tra cui i recettori ormonali che possono modificare l’attività elettrica e facilitare la comparsa delle crisi; per questo motivo nelle donne le crisi si possono presentare più facilmente nel periodo premestruale e in quello dell’ovulazione.
L’incidenza dell’Epilessia è leggermente maggiore nel genere maschile rispetto a quello femminile, indipendentemente dal Paese di provenienza. Questa differenza di genere potrebbe essere dovuta al genotipo, ad una differente prevalenza di fattori di rischio nei due sessi o all’occultamento della patologia nelle donne per ragioni socio-culturali.
Le crisi epilettiche irrompono nel vivere quotidiano in entrambi i sessi e hanno un impatto notevole in ambito scolastico, lavorativo e sociale, soprattutto nella vita delle donne, per il loro ruolo centrale nella cura dei figli. Inoltre, l’uso dei farmaci anticrisi può avere un impatto negativo a livello ormonale e riproduttivo: ciclo mestruale, utilizzo di contraccettivi, gravidanza, salute fetale e allattamento.
Riguardo la risposta ai farmaci nelle donne e negli uomini, gli studi al momento disponibili non hanno evidenziato ancora risposte significative. “Sebbene non ci siano evidenze scientifiche – spiega Laura Tassi, Presidente LICE, Lega Italiana contro l’Epilessia e Dirigente Medico in Chirurgia dell’Epilessia e del Parkinson presso l’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda (Milano) – possiamo dire che verosimilmente la risposta ai farmaci nelle donne e negli uomini sia la stessa. Come medici la nostra difficoltà sta soprattutto nella scelta terapeutica, perché i farmaci possono modificare l’assetto ormonale soprattutto nelle donne e causare, per esempio, un ovaio policistico che contribuisce a ridurre la fertilità nel lungo termine, sebbene sappiamo che la percentuale di donne che hanno l’ovaio policistico associato all’Epilessia è molto più alta in generale ed è indipendente dai farmaci”.
L’approccio farmacologico è la prima strategia di trattamento ed è basato, quindi, sulla somministrazione regolare di farmaci anticrisi che, con diversi meccanismi, stabilizzano le proprietà elettriche della membrana delle cellule nervose. L’assunzione dei farmaci è quotidiana ed è indispensabile che sia regolare e costante, la brusca interruzione del farmaco potrebbe causare l’insorgenza di crisi.
“L’Epilessia è circondata da molti pregiudizi – interviene Oriano Mecarelli, Past President LICE – e ciò comporta che, anche dal punto di vista sociale, vi siano gravi ricadute: le persone con Epilessia, ancora oggi, subiscono discriminazioni a scuola, sul posto di lavoro e in molti altri contesti. Questo penalizza fortemente la loro qualità di vita. Se si interviene con una corretta e precoce diagnosi e una terapia adeguata la patologia può essere tenuta sotto controllo in circa il 70% dei casi, ma resta tuttora da affrontare un 30% di forme farmacoresistenti. Inoltre, esistono in letteratura alcuni dati che documentano che le donne con Epilessia sono più soggette a violenza e discriminazione, anche in ambito in familiare e che le donne che hanno subito violenza a sfondo sessuale in età adolescenziale possono presentare più frequentemente crisi non epilettiche psicogene che però vengono spesso misdiagnosticate e trattate come crisi epilettiche. Per di più le donne con Epilessia sperimentano più difficoltà delle altre nel portare avanti rapporti affettivi stabili e, in media, hanno meno figli”.
Fonte: Fondazione Epilessia LICE