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Carenza di medici di base Italia: ne mancano più di 2000

Da un un’analisi compiuta dalla Fondazione Gimbe emerge una situazione nazionale allarmante: mancano, infatti, ben 2.876 medici di medicina generale. Entro il 2025 si stima che ne perderemo oltre 3.400. Tra i motivi individuati dal presidente della Fondazione Gimbe  Nino Cartabellotta, ci sono la “mancata programmazione, i pensionamenti anticipati, medici con numeri esorbitanti di assistiti e la ‘desertificazione’ nelle aree disagiate”.

Stando l’analisi fornita da Gimbe, “ritenendo accettabile un rapporto di 1 ogni 1.250 assistiti”, al primo gennaio 2022 si stima una carenza di 2.876 medici di medicina generale ed entro il 2025 se ne perderanno oltre 3.400. Un altro dato fornito dalla Fondazione è legato alla situazione dei medici di famiglia, dei quali il 42,1% supera il tetto massimo dei 1.500 pazienti, riducendo così la qualità dell’assistenza fornita.

La carenza di medici di famiglia si riflette anche nel numero di pazienti associato a un dottore. Secondo i dati Agenas, su 40.250 medici di medicina generale il 42,1% ha più di 1.500 assistiti, cioè il numero massimo previsto dall’Accordo collettivo nazionale.

Dopo la stabilità di circa 1.000 unità nel periodo tra il 2014 e il 2017,  il numero delle borse di studio ministeriali destinate al Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale è aumentato nel 2021 e nel 2022. Infatti si è infatti passati rispettivamente a 3.406 unità e 3.675 unità grazie alle risorse dedicate del Pnrr.

Questo provvedimento, però, non potrebbe essere sufficiente. I nuovi medici di medicina generale “non saranno sufficienti per colmare il ricambio generazionale”, dichiara in una nota il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, perché “l’Enpam stima che il numero dei giovani formati o avviati alla formazione in medicina generale occuperebbe solo il 50% dei posti lasciati scoperti dai pensionamenti”.

Infatti, continua: “l’allarme sulla carenza dei medici di famiglia oggi riguarda tutte le Regioni per ragioni diverse”. Tra i motivi principali il presidente individua la “mancata programmazione, i pensionamenti anticipati, medici con numeri esorbitanti di assistiti e la ‘desertificazione’ nelle aree disagiate”. Si tratta di problematiche che “finiscono per comportare l’impossibilità di trovare un medico di medicina generale nelle vicinanze del domicilio, con conseguenti disagi e rischi per la salute – conclude Cartabellotta.

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