“Cambia la tua relazione con l’emicrania”: la campagna di Lundbeck per migliorare il rapporto con la malattia
L’emicrania è un disturbo neurologico invalidante che colpisce più di un miliardo di persone nel mondo e nonostante la sua diffusione, tanti pazienti che ne soffrono non ricevono una diagnosi corretta ed un trattamento adeguato. Per questo Lundbeck Italia si fa portavoce della campagna #CambiaLaTuaRelazioneConLemicrania per superare lo stigma associato a questa malattia “invisibile”. Ma non solo…
La parola emicrania deriva dal greco “hemicrania”, che significa “metà della testa”, in relazione al fatto che la maggior parte delle persone che ne sono affette avverte dolore solo su un lato della testa. Tuttavia, è comune anche il dolore bilaterale, che si manifesta nella parte anteriore e posteriore della testa.
L’emicrania colpisce il 18% delle donne e il 6% degli uomini nella fascia d’età 30-34 anni. Essa rappresenta la seconda causa di disabilità tra gli adulti di età inferiore ai 50 anni. Questa malattia ha un impatto economico-sociale molto importante su chi ne soffre. Le perdite economiche derivano dalla riduzione della produttività. Inoltre, oltre a dover convivere con il dolore e con tutte le rinunce quotidiane che ne derivano, le persone emicraniche devono anche affrontare, subire e convivere con lo stigma che ruota intorno alla patologia.
Da qui nasce l’iniziativa “Cambia la tua relazione con l’emicrania” per dare voce e speranza a chi soffre di emicrania. La campagna mira a far capire alle persone che vivono con questa malattia come sia possibile migliorare il proprio rapporto con la patologia, creando una relazione più sana e consapevole, come sia importante non arrendersi e confrontarsi con specialisti.
La campagna dà voce a tutti coloro che ne soffrono, per stimolare una presa di coscienza attiva e invogliare a intraprendere azioni concrete che abbiano un impatto positivo sulla qualità di vita. Obiettivo dell’iniziativa è creare anche «vicinanza» tra chi vive con l’emicrania e chi ignora gli aspetti più debilitanti di questa malattia.
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