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“Caffè Alzheimer”: affrontare la malattia raccontandosi

In arrivo a Bari, presso l’RSA San Gabriele – parte del Gruppo Korian – il Caffè Alzheimer. L’evento, in programma venerdì 28 aprile, è organizzato dal Centro Diurno Integrato L’altra Casa (BA) in collaborazione con l’Associazione Alzheimer di Bari e la Cooperativa Gea. L’obiettivo dell’iniziativa è  raccontare come si affronta la malattia senza farmaci, con la “reminescenza”.

Quando si parla di Alzheimer viene naturale immaginarsi uno scenario fatto di difficoltà gestionali e dolore, soprattutto alla luce di numeri non troppo rassicuranti. Secondo i dati del Global Action Plan 2017-2025 dell’OMS, infatti, nel 2015 la demenza da Alzheimer ha colpito 47 milioni persone in tutto il mondo e questa cifra è destinata ad aumentare a 75 milioni entro il 20301. Eppure, esistono molte realtà che si occupano di prevenzione e cura della malattia attraverso progetti e iniziative di valore che trasmettono positività e speranza. Il Gruppo Korian da oltre 25 anni dedica particolare attenzione proprio alle persone affette da demenza senile ed è impegnato nella sensibilizzazione sull’Alzheimer con diversi progetti. Tra questi c’è anche Caffè Alzheimer, l’evento organizzato dal Centro Diurno Integrato L’altra Casa (BA) – struttura Korian dedicata a pazienti con patologie dementigene – in collaborazione con l’Associazione Alzheimer di Bari e la Cooperativa Gea, che si terrà il 28 aprile presso l’RSA San Gabriele (BA), parte del Gruppo Korian.

L’iniziativa è volta alla sensibilizzazione verso questa malattia invisibile e a far conoscere la tecnica della “reminescenza”, un intervento psicosociale rivolto alle persone anziane e incentrato sulla memoria autobiografica. A illustrare questo approccio innovativo e non farmacologico, la Dottoressa Katia Pinto, Vicepresidente dell’Associazione e della Federazione nazionale Alzheimer. “La tecnica della reminiscenza – un intervento elettivo per i nostri anziani – favorisce il bisogno di raccontarsi e di condividere le proprie esperienze del passato, facendo sentire, al contempo, le persone adeguate e a loro agio” commenta Pinto. “Con questo metodo, cerchiamo di stimolare la memoria attraverso un dialogo informale e familiare, così che il paziente si senta in un contesto protetto e amichevole, piuttosto che in cura in un ambiente freddo e sterile, e che si crei un rapporto emotivo ed empatico con gli operatori”.

Questo particolare approccio facilita anche i professionisti nel proprio lavoro di riabilitazione cognitiva e di sostegno emotivo, perché si struttura in sessioni di lavoro separate, ciascuna delle quali ogni volta si focalizza su una determinata tematica – come, ad esempio, i ricordi di 1 Fonte: Ministero della Salute una vacanza, gli svaghi e le passioni, i ricordi di scuola e d’amore, il mondo del lavoro o l’infanzia – che viene rievocata in gruppi di lavoro o con la singola persona. Il Centro Diurno Integrato L’altra Casa (BA), che si è occupato di organizzare l’evento, vuole essere un vero e proprio punto di riferimento per le persone affette da patologie dementigene e per i loro cari, proponendo, con un personale altamente qualificato, terapie alternative ai classici rimedi farmacologici, come la doll terapy, il memory training e la “reminescenza”.

Quello del Centro Diurno Intergrato L’Altra Casa è un approccio che mira allo stimolo dei pazienti con attività che fanno leva sull’interazione e sulla positività e che lancia un segnale di speranza per le persone affette da queste patologie e i loro familiari.

Fonte: Korian

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