Alzheimer: una sfida globale con focus sulla Puglia
Con oltre 48 milioni di persone colpite nel mondo, di cui 600.000 in Italia e 70.000 soltanto in Puglia, l’Alzheimer è oggi una delle principali cause di disabilità. Le proiezioni demografiche indicano un aumento significativo dei casi, in parallelo con l’invecchiamento della popolazione. A livello nazionale, l’Italia ha avviato importanti investimenti finanziari mirati a promuovere sinergie tra sanità pubblica, assistenza socio-sanitaria, ricerca scientifica e innovazione tecnologica.
Questi temi sono stati al centro del convegno “Nuove sfide per il disturbo cognitivo. Traiettorie da esplorare”, tenutosi a Bari e organizzato da Motore Sanità con il contributo incondizionato di Lilly e Project Way.
Un percorso nazionale per affrontare le demenze
Il convegno rappresenta la quarta tappa di un percorso iniziato a Padova e proseguito a Brescia e Napoli. A Bari, clinici, esperti, stakeholder e rappresentanti istituzionali hanno discusso delle nuove sfide che i sistemi sanitari regionali devono affrontare per rispondere concretamente alle necessità dei pazienti. L’obiettivo condiviso è tradurre raccomandazioni e suggerimenti in azioni concrete, promuovendo uniformità nei percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali.
Innovazione tecnologica e diagnosi precoce
La ricerca scientifica ha fatto passi significativi, con investimenti mirati all’innovazione tecnologica per la diagnosi precoce, il trattamento delle fasi iniziali della malattia e la riabilitazione cognitiva. La diagnosi tempestiva è considerata fondamentale per garantire una presa in carico integrata, multidisciplinare e continuativa. La sinergia tra il Servizio Sanitario Nazionale e i Sistemi Sanitari Regionali è cruciale per migliorare la vita dei pazienti e delle loro famiglie, affrontando le sfide organizzative poste dalla malattia.
La situazione in Puglia
In Puglia, dove oltre il 23,5% della popolazione ha più di 65 anni, le malattie neurodegenerative rappresentano una sfida crescente. Circa 100.000 persone sono affette da demenza, di cui il 60-70% da Alzheimer. Tuttavia, solo il 15-20% dei malati accede ai servizi di diagnosi e cura. Secondo il professor Giancarlo Logroscino, direttore del Centro di Malattie Neurodegenerative di Tricase, è fondamentale implementare un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) basato su dati reali e sviluppare una rete regionale a partire da centri di eccellenza.
“La Puglia è l’unica regione ad aver condotto un survey rappresentativo del territorio”, ha spiegato Logroscino, sottolineando che solo il 50% delle diagnosi è corredata da un’analisi eziologica e che i tempi medi per una diagnosi superano i due anni. Per affrontare queste criticità, è necessario un cambio culturale che combatta lo stigma associato alla malattia e promuova una maggiore consapevolezza anche tra i medici di base.
L’impegno delle istituzioni
Fabiano Amati, assessore al Bilancio della Regione Puglia, ha ribadito l’importanza di basare le decisioni politiche su evidenze scientifiche. L’assessore ha ricordato l’esempio della diagnosi precoce della SLA e della SMA in Puglia, auspicando un modello simile per l’Alzheimer. “Mi consulterò con il professor Logroscino per trasformare le prove scientifiche in fattori normativi”, ha dichiarato Amati, impegnandosi a lavorare per una rete regionale che migliori l’equità di accesso e l’appropriatezza delle cure.
Il convegno ha evidenziato le potenzialità della Puglia nel diventare un modello nazionale nella gestione delle demenze. La collaborazione tra ricerca, sanità pubblica e assistenza sociale è fondamentale per affrontare le sfide organizzative poste dall’Alzheimer e migliorare significativamente la qualità di vita dei pazienti e delle loro famiglie. Con interventi legislativi mirati e un sistema sanitario regionale più strutturato, la Puglia può aspirare a essere un’eccellenza non solo a livello locale ma anche nazionale.