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Aggressione a un medico della Guardia Medica di Cutrofiano: ancora violenza contro il personale sanitario

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Un nuovo episodio di violenza nei confronti del personale sanitario si è verificato nella notte presso la Guardia Medica di Cutrofiano, dove un medico di turno è stato aggredito, fisicamente e verbalmente, da un uomo in preda all’ira. L’aggressore, un paziente residente fuori regione, ha perso il controllo quando gli è stato comunicato che, come previsto dalla normativa vigente, avrebbe dovuto pagare una tariffa di 20 euro per la prestazione sanitaria richiesta.

L’uomo ha reagito con minacce e insulti, passando poi all’aggressione fisica. L’episodio è stato prontamente denunciato ai Carabinieri, mentre il medico ha ricevuto il supporto della Direzione strategica dell’ASL.

Un fenomeno in crescita

L’accaduto si inserisce in un quadro sempre più preoccupante di violenze ai danni di medici, infermieri e operatori sanitari, che troppo spesso si trovano a dover fronteggiare episodi di aggressività da parte di pazienti o loro familiari.

Sul caso è intervenuto il Direttore Generale dell’ASL, Stefano Rossi, che ha espresso piena solidarietà al medico aggredito e ha ribadito la necessità di contrastare con fermezza questi atti di violenza:

“Il bollettino delle violenze fisiche e verbali ai danni di medici, infermieri e personale sanitario si allunga ogni giorno. L’uomo che questa notte ha minacciato e aggredito brutalmente, con gesti e parole, il giovane medico in servizio nella Guardia Medica di Cutrofiano è purtroppo l’ultimo di un lungo elenco che non vorremmo citare. Eppure, a quei comportamenti violenti, umilianti, oltraggiosi – come quelli che emergono dalla denuncia presentata ai Carabinieri – non dovremmo mai assuefarci. Con questo spirito proseguiamo nel mettere in campo tutte le azioni utili a impedire e sanzionare eventi che, è bene ricordarlo, rappresentano un reato. Al medico esprimo solidarietà e vicinanza da parte della Direzione strategica.”

Necessità di misure di sicurezza

Questo ennesimo episodio riaccende il dibattito sulla sicurezza del personale sanitario e sull’urgenza di adottare misure concrete per prevenire e reprimere le aggressioni. Negli ultimi anni, le richieste di telecamere di sorveglianza, vigilanza nei presidi sanitari e pene più severe per gli aggressori si sono moltiplicate.

L’aggressione di Cutrofiano dimostra ancora una volta quanto sia fondamentale garantire ambienti di lavoro sicuri per chi, ogni giorno, dedica la propria professionalità alla tutela della salute pubblica.

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