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Italrugby, Sgorbini: “Ho deciso di andare da uno psicologo, non c’è nulla di male nel chiedere aiuto”

La terza linea dell’Italrugby femminile Francesca Sgorbini, già due volte campionessa d’Italia, con lo stesso coraggio che mostra in campo, nei mesi scorsi ha deciso di affrontare un percorso ancora più difficile.

“Ho deciso di andare da uno psicologo. Non è facile superare tutti i tabù che riguardano la salute mentale, con le persone della mia generazione forse è più facile perché c’è una consapevolezza diversa. Quando ne parlo con persone più grandi invece mi rendo conto che c’è proprio un’altra percezione”. Ha dichiarato la campionessa in un’intervista rilasciata ai microfoni della Gazzetta dello Sport.

“Mi sono sentita dire ‘ma cosa ci vai a fare se stai bene?’, come se andarci significasse necessariamente essere matti o depressi. Molto più semplicemente – spiega Sgorbini – nella vita ti trovi di fronte a delle cose che non hai mai vissuto e non sai gestire e a dei momenti in cui le tue emozioni prendono il sopravvento, e non c’è nulla di male nel chiedere aiuto”.

La terza linea dell’Italrugby ha raccontato di aver preso la decisione di rivolgersi ad uno psicologo dopo la Coppa del Mondo. “In quel momento c’erano delle questioni personali che non mi rendevano serena, volevo concentrarmi sulle cose importanti e sulle mie priorità ma non ci riuscivo”.

La campionessa racconta della stanchezza provata alla conclusione del campionato mondiale, delle continue trasferte in Francia, del cambio di allenatore. “Non riuscivo più a gestire tutti quei cambiamenti. Fare ogni volta viaggi della speranza non è facile, anche perché non siamo delle professioniste e dobbiamo comunque gestire contemporaneamente anche lo studio e il lavoro”.

Perché in Italia è così difficile parlare di salute mentale?

“Perché non si parla mai di come ci si sente veramente. Si risponde ‘bene’ ogni volta che ti chiedono ‘come stai?’, anche se non è vero. Le persone non sempre si aprono, e quando vorrebbero farlo hanno paura di far star male gli altri. Non è facile trovare il coraggio di dire ‘non sto bene’ ”.

 

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