Degenerazione maculare senile, è grave? Tutto quello che c’è da sapere sulla malattia che in Italia ogni anno colpisce 1 milione di persone
La Degenerazione maculare senile è una malattia che non si può prevenire, ma individuarla in tempo può migliorare la prognosi. Secondo i dati forniti da Clinica Baviera, centro medico all’avanguardia nel campo della oftalmologia, in Italia colpisce complessivamente un milione di persone.
La Degenerazione maculare senile (AMD) è la principale causa di perdita della vista nelle persone con più di 65 anni. Questa malattia cronica è associata all’invecchiamento e alla genetica, non sempre presenta sintomi e, a seconda dei casi, può progredire rapidamente portando alla perdita irreversibile della vista. Sottoporsi a controlli regolari dall’oculista a partire dai 50 anni di età è fondamentale per individuare l’insorgere della malattia. Allo stesso modo, condurre una vita sana non può impedire la comparsa di questi problemi oculari, ma può aiutare la degenerazione maculare senile a progredire più lentamente e la persona colpita ad avere una prognosi clinica migliore.
Cos’è la Degenerazione Maculare?
La degenerazione maculare senile è una malattia dell’occhio in cui si verifica la degenerazione della macula, una piccola area situata al centro della retina, responsabile del 90% della visione e della capacità di vedere chiaramente i dettagli, sia da vicino che da lontano.
L’AMD è associata all’invecchiamento, anche se molte delle persone che ne soffrono hanno anche una predisposizione genetica. Si stima che avere un parente di primo grado affetto dalla malattia aumenti le probabilità di soffrirne da 3 a 6 volte.
Oltre alla genetica e al legame con l’età, è ormai noto che esistono altri fattori che aumentano il rischio di sviluppare la malattia, come quelli ambientali. Essere fumatori, ad esempio, comporta un rischio di cinque volte maggiore di soffrirne. Tra gli altri fattori che aumentano le probabilità di sviluppare questa patologia ci sono:
– Avere un’alimentazione ricca di grassi
– Avere problemi di colesterolo o di circolazione
– Seguire uno stile di vita sedentario
– Soffrire di ipertensione arteriosa
– L’obesità
– L’esposizione prolungata e continua al sole
– Si è riscontrata una maggiore incidenza nelle donne e nei caucasici
Sintomi dell’AMD
Molte persone non sanno di essere affette da degenerazione maculare senile, poiché questa malattia di solito progredisce molto lentamente, senza alcun sintomo. Per questo motivo i controlli regolari sono molto importanti per avere una diagnosi precoce. In generale, i pazienti si rivolgono all’oculista quando iniziano a manifestare i seguenti sintomi:
- Perdita della visione centrale: le persone affette da AMD spesso riferiscono che gli oggetti gli appaiono distorti o opachi, come se i colori fossero sbiaditi. Altre volte vedono una macchia biancastra sfocata al centro del campo visivo, che col tempo diventa sempre più scura e grande.
- Le linee rette appaiono storte: uno dei segni più evidenti della degenerazione maculare senile è che le linee rette appaiono distorte, contorte o curve.
- Visione offuscata: il paziente può accorgersi di non vedere chiaramente gli oggetti o le persone e i bordi gli sembrano offuscati. A volte questa percezione si verifica durante lo svolgimento di attività come la lettura, il cucito o la cucina. È anche difficile vedere i volti delle persone finché non sono molto vicini.
- Si necessita di una luce maggiore: un altro sintomo che può indicare la presenza di AMD è la necessità di una maggiore illuminazione per svolgere le attività quotidiane.
Se si verifica uno di questi sintomi è consigliabile consultare un oculista, soprattutto se in famiglia ci sono persone affette da AMD. Va tenuto presente che, in alcune occasioni, se questa malattia viene trattata in tempo, è possibile limitare i danni irreversibili che provoca.
Tipi di degenerazione maculare
Esistono due tipi di degenerazione maculare senile:
1.AMD secca, detta anche atrofica, è quella che prevale in otto casi su dieci. La sua evoluzione è lenta, ma ha lo svantaggio che non esiste un trattamento efficace al 100%, anche se si possono trovare modi per far sì che, se colpisce un occhio, si possa proteggere l’altro, facendo in modo che la visione rimanente possa essere utilizzata al massimo.
Questo tipo di AMD si verifica quando i vasi sanguigni esistenti sotto la macula diventano più fragili. Questa malattia non è generalmente invalidante e, sebbene i soggetti colpiti abbiano di solito una perdita della visione centrale, possono di solito essere autosufficienti e condurre una vita normale con la visione periferica inalterata. Ai pazienti affetti da questo tipo di AMD vengono solitamente prescritti complessi antiossidanti e vitaminici, con vitamina C, zinco e rame. In ogni caso non è consigliabile assumerli in autonomia ma solo se consigliati dal medico.
Anche il non fumare, l’esposizione limitata alla luce solare, l’esercizio fisico regolare e una dieta sana ricca di omega 3 e antiossidanti possono aiutare in questi casi.
2.AMD Umida, nota anche come AMD essudativa, si verifica quando si creano vasi sanguigni anomali sotto la macula che formano una rete vascolare che perde sangue e liquido. È la meno frequente ma ha la prognosi peggiore; esiste comunque un trattamento per arrestarla. Il 70% delle persone che vi si sottopongono non perde la vista un anno dopo il trattamento e quattro su dieci possono guidare.
La progressione dell’AMD umida causa una perdita della vista più rapida e più grave rispetto all’AMD secca. Questo tipo di AMD viene solitamente trattato con iniezioni intravitreali e trattamenti laser per rallentare o addirittura arrestare la progressione della malattia. Inoltre, l’oculista può proporre un intervento chirurgico con il laser per distruggere i vasi sanguigni dilatati in modo anormale o una terapia fotodinamica.
Le iniezioni intravitreali, che rappresentano il trattamento più frequente, vengono eseguite in camere bianche o sale operatorie, con rigorosi controlli di sterilità. Si tratta di una procedura indolore, poiché al paziente vengono somministrate gocce anestetiche. Successivamente, è necessario applicare un collirio antibiotico per prevenire eventuali infezioni.
Esami per individuare la malattia
In caso di sintomi o di perdita della vista, è necessario rivolgersi al più presto a un oculista per effettuare un esame oftalmologico completo. A tal fine, il paziente dovrà usare un collirio per dilatare le pupille in modo che si possano osservare la retina nel dettaglio, i cambiamenti significativi nella macula e l’ispessimento dei vasi sanguigni.
L’oculista indicherà al paziente la frequenza dei controlli. Nel caso dell’AMD secca, la frequenza può essere di una volta all’anno, mentre per l’AMD umida sono talvolta raccomandati controlli mensili. Un altro modo per verificare da soli se si soffre di degenerazione maculare senile consiste nel fissare la griglia di Amsler, composta da linee perpendicolari e parallele che devono apparire diritte.
L’oftalmologo può dare una copia di questa griglia alla persona anziana perché la tenga a casa. Alcune persone la tengono appesa al frigorifero o in un luogo visibile, come accanto allo specchio del bagno, in modo da poter eseguire il test settimanalmente. Il modo corretto per farlo è coprire prima un occhio e poi l’altro, fissando il punto sulla griglia. Se le linee appaiono piegate o deformate, è consigliabile consultare immediatamente un oculista.
“La degenerazione maculare senile è rara prima dei 55 anni ma si manifesta con una certa frequenza nelle persone con più di 65 anni. Piccole accortezze come avere a casa una griglia di Amsler, condurre uno stile di vita sano e seguire un’alimentazione adeguata sono essenziali per ritardare la perdita della vista legata all’AMD e avere una miglior qualità della vita. Inoltre, noi di Clinica Baviera consigliamo di consultare un oftalmologo nei casi in cui ci si accorge di una perdita della visione centrale, se le linee rette appaiono storte, se si ha una visione offuscata o se si ha bisogno di più luce per svolgere le attività quotidiane”. Ha spiegato il Dottor Federico Fiorini, direttore sanitario di Clinica Baviera Bologna spiega.