Teatro-terapia: il teatro come cura della psiche
In occasione della giornata Mondiale del Teatro, che si celebra ogni anno il 27 marzo, parliamo dei benefici del teatro sulla mente. La teatro-terapia, adeguatamente affiancata a un percorso di psicoterapia, può rivelarsi efficace per la cura di molti disturbi psicologici. Scegliere di praticare teatro-terapia è poi un modo per prendersi cura del proprio benessere fisico e psichico, come spiegano la dott.ssa Cristina Colantuono e la dott.ssa Elena Fortuna.
La teatro-terapia è una tipologia di terapia che utilizza il teatro come tecnica di trattamento psicologicio: l’obiettivo non è imparare a recitare ma prendere consapevolezza di sé stessi e imparare a esprimersi ed a comunicare con maggiore efficacia.
A differenza del teatro, in cui la realtà si manifesta attraverso l’illusione, nella teatro-terapia realtà e illusione si sovrappongono: non esiste un testo prestabilito, ruoli fissi o situazioni precostituite ma uno spazio (terapeutico) protetto in cui tutto è consentito e che funziona da luogo di riaddestramento ai ruoli per apprendere e creare nuovi modi di entrare a contatto con la spontaneità originaria, strumento necessario per la trasformazione della realtà.
«L’uomo deve dunque poter “crescere” e liberarsi delle proprie schiavitù “giocando” con più copioni, libero di interpretare e sperimentare quelli che più gli si confanno. Infatti, la persona sana non dovrebbe cercare la fedeltà “al copione” che gli è stato imposto, ma la fedeltà al proprio sé» (Walter Orioli, teatro terapeuta).
Fare teatro-terapia significa anche adoperare uno strumento efficace per liberarsi dalle angosce, paure, rigidità muscolari ed emotive e dai condizionamenti.
I drammaturghi Emunah e Johnson nel loro saggio “ The impact of theatrical performance on the self-images of psychiatric patients ” scrivono: “La costruzione graduale del gioco, che si sviluppa da zero, e la graduale formazione del gruppo, che si è sviluppato a partire da individui separati, servono da modello per i pazienti per la creazione di un’identità” (1983, p. 235).
L’idea di decostruzione di un vecchio Sé e della creazione di una nuova identità attraverso sessioni di ascolto, performance e post-performance si traduce in potenzialità terapeutiche della rappresentazione teatrale. L’altro elemento, conditio sine qua non, è che l’intero processo sia facilitato da un professionista qualificato, un teatro-terapeuta, il quale ha il compito di dirigere il gruppo, contenerlo e re-indirizzarlo al fine di creare uno luogo privo di giudizio in cui ogni partecipante è libero di esprimersi.
Il percorso di teatro-terapia
Ogni percorso di teatro-terapia è suddiviso in tre momenti fondamentali:
1) Fase pre-espressiva che mira a superare le resistenze attraverso l’attivazione di un’area di gioco in cui si lavora con esercizi di riscaldamento sul corpo e sulla voce;
2) Fase espressiva che prevede la messa in scena dei vissuti ed emozioni dei partecipanti, prima attraverso modalità spontanee, divenendo poi via via più organizzate e dirette dal conduttore. Una volta raggiunto nel gruppo un clima di ascolto e di accoglienza, non solo dell’altro ma anche di sé stessi, si lavora attraverso l’improvvisazione e la costruzione di storie di gruppo con il supporto delle regole proprie della disciplina teatrale;
- Rispetto e ascolto di sé e dell’altro;
- Collaborazione per obiettivo comune;
- Rispetto per lo spazio proprio e dell’altro.
3) Fase post-espressiva è dedicata alla chiusura e all’analisi dei contenuti emersi. Dopo la messa in scena il gruppo ritorna al dominio della parola, al linguaggio verbale, alle libere associazioni e al dialogo dopo aver attraversato l’azione. È il momento in cui i membri si confrontano sul significato di quella rappresentazione teatrale in modo da creare una rielaborazione condivisa in cui è presente la soggettività di ciascun partecipante.
Quando si utilizza la teatro-terapia?
Il teatro terapeutico, in quanto disciplina capace di rafforzare le potenzialità individuali, è utilizzata in vari contesti:
- In ambito preventivo la pratica dell’attore agisce su blocchi quali timidezza, paura di lasciarsi andare, resistenze ad assumere vari ruoli nonché a farli propri e difficoltà relazionali, favorendo la creatività, la flessibilità mentale, la consapevolezza del proprio corpo e la comunicazione;
- In ambito riabilitativo si utilizza soprattutto con detenuti, tossicodipendenti, pazienti oncologici e pazienti in condizioni di disabilità fisica o intellettiva. In questo caso il teatro terapeutico è propedeutico alla risocializzazione e al rinserimento sociale in quanto offre opportunità per decostruire le attuali costruzioni stigmatizzate del Sé e per ricostruire identità nuove e più potenti in modo da ridefinire gli orizzonti futuri;
- In ambito terapeutico è usato spesso con pazienti psichiatrici ed appare molto utile perché mette in contatto la parte “sana” con quella malata, favorendo una loro integrazione e accettazione nonché reggendo e fortificando il nucleo intatto dell’Io;
- In ambito educativo e formativo con bambini e adolescenti per esplorare e sperimentare le loro competenze attuali che quelle in divenire attraverso il gioco e l’improvvisazione.
Fonte: Istituto Psicoterapie