Retinopatia diabetica: al Camberlingo un nuovo strumento diagnostico all’avanguardia
Un nuovo strumento all’avanguardia entra nella dotazione tecnologica dell’Unità operativa di Medicina interna dell’ospedale Dario Camberlingo di Francavilla Fontana, diretta da Giovanni Mileti. Si tratta di un retinografo non midriatico (cioè che non provoca la midriasi, la dilatazione della pupilla dell’occhio in assenza di luce), necessario alla diagnostica delle complicanze dei pazienti affetti da diabete e ipertensione.
“La retinografia – spiega Mileti – è un esame del fondo oculare tramite il quale è possibile analizzare lo stato di salute di vari elementi che compongono l’occhio. L’aumento della diffusione del diabete mellito di tipo 2 e la sua sempre maggiore comparsa in età precoce rendono la retinografia un esame di screening essenziale per prevenire gravi perdite visive”.
La retinografia è un esame non invasivo e privo degli effetti collaterali che spesso i pazienti lamentano dopo la dilatazione della pupilla, come la vista offuscata, e consente di ottenere una fotografia a colori della parte interna dell’occhio per una dettagliata osservazione. Con la retinografia si studia il corpo vitreo, la retina con la sua vascolarizzazione, la macula e la testa del nervo ottico. Le immagini acquisite durante l’esame consentono al medico di ottenere informazioni essenziali sulla salute dell’occhio del paziente.
“Al progetto di screening promosso al Camberlingo – continua Mileti – partecipa Giuseppe Camarda, responsabile dell’ambulatorio di Oculistica dell’ospedale di Francavilla, riferimento della specialità nella struttura e coordinatore del team medico e infermieristico dedicato, che si occupa della diagnostica e dell’eventuale scelta terapeutica. L’acquisizione del nuovo macchinario e l’avvio del servizio sono stati possibili grazie anche alla sensibilità della direzione generale della Asl, che ha permesso l’utilizzo di fondi per l’acquisto dello strumento, e all’interessamento del direttore amministrativo del Camberlingo, Gabriele Argentieri, e del direttore medico del presidio, Antonio Montanile”.
Secondo la definizione fornita dalla Società Italiana di Diabetologia, con il termine retinopatia diabetica (RD) si indica “una complicanza del diabete che può condurre a una compromissione visiva più o meno severa fino alla cecità a causa della maculopatia diabetica. Le complicanze della RD proliferante possono portare a emorragie retiniche, distacco della retina tradizionale e glaucoma neovascolare”.
I dati statistici relativi ai casi di retinopatia sono impressionanti: è la causa più frequente di nuovi casi di cecità negli adulti di età compresa tra 20 e 75 anni. Si stima che circa il 4% dei pazienti con diabete di tipo 1 insorto prima dei 30 anni da un punto di vista legale sia considerato cieco e nel 90% di questi casi la cecità è attribuibile proprio alla retinopatia diabetica; circa il 2% dei pazienti con diabete mellito di tipo 2 insorto dopo i 30 anni è considerato legalmente cieco e in oltre il 30% dei casi la cecità è attribuibile ancora una volta alla retinopatia diabetica.