Allarme internisti: assistenza negli ospedali a rischio tra carenza di personale e violenze
Dal 125° Congresso Simi, riflessioni e soluzioni per il futuro della medicina interna.
L’assistenza sanitaria negli ospedali italiani è a rischio. L’allarme viene lanciato da Gerardo Mancuso, vicepresidente della Società Italiana di Medicina Interna (Simi), alla vigilia del 125° Congresso Simi che si terrà dall’11 al 13 ottobre a Rimini. L’evento si pone come un’occasione di riflessione e confronto per gli internisti italiani, categoria che si trova oggi ad affrontare gravi problematiche legate alla carenza di personale e all’aumento delle aggressioni nei confronti degli operatori sanitari.
Carenza di medici e infermieri: un sistema sotto pressione
Secondo Mancuso, la situazione del personale negli ospedali italiani è critica. Solo il 79% delle borse di specializzazione in medicina interna è stato coperto, con un calo nel ricambio generazionale che rischia di compromettere la capacità futura di gestire i reparti ospedalieri. Questo si traduce in sovraffollamento nei pronto soccorso, ritardi nelle cure e aumento delle liste d’attesa, esacerbando l’insoddisfazione dei pazienti.
A peggiorare il quadro è il definanziamento del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), che negli ultimi otto anni ha visto una contrazione di circa 15.000 medici e 20.000 infermieri. Questa riduzione ha avuto ripercussioni anche sugli stipendi del personale sanitario, che risultano essere inferiori fino al 50% rispetto a quelli di altri Paesi europei, come sottolinea Mancuso. Una disparità economica che non solo influisce sulla motivazione del personale, ma alimenta anche il fenomeno della “fuga di cervelli” verso nazioni con condizioni lavorative migliori.
Violenze in aumento: 16.000 casi nel 2023
Il peggioramento delle condizioni di lavoro ha anche portato a un aumento delle violenze nei confronti degli operatori sanitari. Secondo i dati dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti delle professioni sanitarie, nel 2023 sono stati registrati 16.000 casi di violenza, di cui due terzi verbali e il 26% fisici. Mancuso evidenzia come il sovraffollamento dei pronto soccorso, unito alla riduzione del personale e ai lunghi tempi di attesa, sia uno dei fattori scatenanti di questa ondata di aggressioni.
Nonostante il recente decreto legge n.137 di settembre, che prevede misure di sicurezza come la videosorveglianza e sanzioni per i comportamenti violenti, Mancuso sottolinea che “il fenomeno è complesso e non può essere risolto solo con una legge”. Servono maggiori investimenti e una revisione del sistema, in particolare riguardo alla sicurezza nei pronto soccorso, con la presenza di personale delle forze dell’ordine per prevenire le aggressioni.
Le richieste degli internisti: investimenti e sepenalizzazione
Per affrontare la crisi, la Simi chiede maggiori investimenti sul personale, ma anche una riforma che depenalizzi le richieste di risarcimento danni contro i medici, ad eccezione dei casi di dolo e colpa grave. “Una maggiore sorveglianza e sicurezza”, afferma Mancuso, “sono essenziali per garantire la serenità lavorativa del personale sanitario e la qualità delle cure”.
Il ruolo cruciale degli internisti
Nonostante le difficoltà, la medicina interna si conferma una disciplina cruciale per il sistema sanitario italiano. Il presidente della Simi, Giorgio Sesti, sottolinea che “l’internista è uno specialista essenziale”, capace di gestire la complessità clinica che caratterizza molte patologie e situazioni acute. In Italia, la medicina interna è al quarto posto nel ranking internazionale di Shimago, superando paesi come Germania, Francia e Giappone, un risultato che testimonia l’eccellenza dei professionisti italiani in questo settore.
Sesti aggiunge che, nonostante le sfide, la Simi rimane una società giovane, con il 70% dei suoi 4.800 soci sotto i 40 anni. Questo dimostra un forte potenziale di crescita e innovazione per la medicina interna, che deve però essere sostenuto da un maggiore impegno istituzionale.
Conclusioni: il futuro della Medicina Interna
Il 125° Congresso della Simi sarà quindi un’occasione per affrontare queste tematiche con proposte concrete, dalle necessità di personale agli strumenti per migliorare la sicurezza negli ospedali. Solo attraverso un’azione congiunta tra istituzioni, professionisti e cittadini sarà possibile garantire un futuro migliore per la medicina interna e, più in generale, per la sanità pubblica italiana.
Il futuro degli ospedali e la qualità dell’assistenza sanitaria sono in bilico, ma con i giusti interventi si potrà evitare il collasso di un sistema già troppo provato.