Esperti a confronto nell’Autorità portuale per fare il punto su diffusione e contrasto alle malattie sessualmente trasmissibili
La gestione diagnostica e terapeutica delle malattie sessualmente trasmissibili è stata al centro di un convegno organizzato dalla Asl Brindisi nella sede dell’Autorità portuale. Dopo i saluti istituzionali del direttore generale della Asl, Maurizio De Nuccio, del parlamentare Mauro D’Attis, dell’assessore regionale alla Salute, Rocco Palese, intervenuto in videoconferenza, hanno moderato l’incontro tra gli esperti il direttore sanitario Vincenzo Gigantelli e il direttore amministrativo Loredana Carulli.
Il sottosegretario al Ministero della Salute, Marcello Gemmato, impossibilitato a partecipare, in una lettera indirizzata al direttore generale ha espresso apprezzamento per la scelta del tema ritenendo “quanto mai necessario aggiornare un impianto normativo di molti anni fa, senza disperdere il patrimonio di conoscenze ed evidenze scientifiche finora costituito, ma sfruttandolo per immaginare nuovi percorsi di presa in carico di patologie che oggi, fortunatamente, dispongono di trattamenti in grado di contrastarle”.
I relatori, riuniti dal direttore del reparto di Malattie infettive del Perrino Salvatore Minniti, anche responsabile scientifico dell’evento, hanno fatto il punto sulla diffusione e sul contrasto alle malattie sessualmente trasmissibili, con particolare riferimento all’Aids, patologia lontana dall’essere cancellata e dalla quale bisogna difendersi con la prevenzione.
Nella platea, oltre a operatori sanitari e rappresentanti di ordini e associazioni di volontariato, presenti anche gli studenti di alcune classi delle scuole superiori.
Per Minniti “l’evento di oggi è stato particolarmente importante perché riporta al centro dell’attenzione le malattie sessualmente trasmissibili che sono un fenomeno in rapida crescita, come possiamo constatare nei nostri ambulatori. La giornata è stata un’occasione di incontro tra operatori sanitari, amministratori, decisori politici e giovani. La grande partecipazione di studenti delle scuole superiori è meritoria: sono loro principalmente i destinatari della corretta informazione in materia di educazione sessuale. L’Hiv non è mortale come negli anni novanta ma una volta contratta la malattia si ha per sempre: per questo è fondamentale proteggersi adottando comportamenti responsabili”.
“Il tema dell’Aids, dell’Hiv e delle malattie a trasmissione sessuale – ha detto il parlamentare Mauro D’Attis – è stato ripreso nella scorsa legislatura e in questa, grazie a una proposta di legge della quale sono primo firmatario e relatore, abbinata a quelle presentate da altri colleghi. È necessario innovare gli strumenti di contrasto a queste patologie puntando sulla cultura della prevenzione: è un bene che vengano organizzati eventi come questo con il coinvolgimento di operatori sanitari e giovani delle scuole”.
Stefano Vella, docente di Global Health all’Università Cattolica di Roma, ha sottolineato che “l’Hiv è nato globale e lo è ancora. L’Aids ha causato nel mondo 40 milioni di morti e ci sono circa 40 milioni di persone con l’Hiv. Grazie ai farmaci si può vivere meglio, ma il problema, così come all’inizio, è per i paesi in via di sviluppo: in Africa, per esempio, abbiamo un milione e mezzo di nuove infezioni all’anno. Siamo riusciti a portare i farmaci anche nelle zone più povere, grazie al Fondo globale, ma ci sono persone che non sono raggiungibili e che sono ghettizzate perché omosessuali o tossicodipendenti. Ricordiamo ai giovani che la malattia esiste ancora e che anche in Italia abbiamo un certo numero di persone che arriva tardi alle cure perché non si preoccupa dell’Hiv”.
“La Asl di Brindisi – ha aggiunto Rosaria Iardino, presidente della Fondazione The Bridge – ha avuto il coraggio di riaffrontare il tema delle malattie sessualmente trasmissibili e invitare gli studenti delle scuole. Abbiamo sempre meno nascite e dobbiamo pensare a questi ragazzi che sono i cittadini adulti di domani, occupandoci delle loro fragilità. Bisogna investire sui giovani con politiche pubbliche che riescano davvero a modificare i comportamenti”.
Sergio Lo Caputo, docente di Malattie infettive nel Policlinico Foggia, ha evidenziato che “nell’ambito della gestione di questo genere di malattie quello delle reti è un problema fondamentale. Fare rete vuol dire mettere insieme delle persone, formare professionisti per ideare progetti formativi e risolvere i problemi legati a prevenzione, educazione sanitaria, terapia e ricerca. Abbiamo visto per l’Hiv negli anni novanta e di recente durante il Covid quanto sia stato importante il concetto di rete. Non sempre le amministrazioni riescono a stare al passo con i tempi dal punto di vista organizzativo: le malattie infettive sono caratterizzate da grande rapidità e versatilità. Più riusciamo a prevenire e più avremo successo”.