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Primario del Pronto Soccorso del Policlinico di Bari multato per gli straordinari Covid scrive a Mattarella

Mentre l’Italia si sforzava di fronteggiare l’epidemia di Covid-19, uno dei suoi primari sanitari, il dottor Vito Procacci, ha dovuto affrontare un duro colpo: una multa da 27.100 euro per aver gestito straordinari presso il pronto soccorso del Policlinico di Bari durante il periodo più critico della pandemia. La sanzione amministrativa, emanata dall’Ispettorato del Lavoro, è stata un duro colpo per il direttore del pronto soccorso e il suo prezioso personale, che hanno lavorato instancabilmente per curare i pazienti Covid, mettendo a repentaglio la propria salute e superando le ore di lavoro previste dalla legge. Profondamente amareggiato, il dottor Procacci ha deciso di condividere il suo sconforto con una figura di altissimo rilievo: il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

La pandemia di Covid-19 ha messo a dura prova i sistemi sanitari di tutto il mondo, costringendo gli operatori sanitari a lavorare in condizioni estreme. In Italia, il personale medico, tra cui il primario Vito Procacci, ha lottato eroicamente per curare i pazienti e limitare la diffusione del virus. Durante il periodo più critico dell’epidemia, le strade erano deserte, e gli ospedali erano gli unici luoghi in cui la vita continuava a pulsare.

Il pronto soccorso del Policlinico di Bari è stato uno di quei luoghi, dove Procacci e il suo team hanno lavorato instancabilmente per salvare vite umane. Hanno affrontato situazioni di emergenza, fatto turni massacranti e sacrificato il loro tempo libero per garantire che ogni paziente ricevesse le cure necessarie.

Eppure, nonostante i loro sforzi encomiabili, il dottor Procacci e il suo personale si sono ritrovati nel mirino dell’Ispettorato del Lavoro, che ha inflitto loro una multa significativa per aver superato le ore di lavoro previste dalla legge. Una decisione che ha mandato un messaggio sconcertante: il lavoro straordinario dei professionisti sanitari durante una pandemia non è sufficiente a giustificare lo sforamento delle regole.

Il direttore del pronto soccorso, Vito Procacci, sentendosi profondamente amareggiato da questa sanzione, ha deciso di fare sentire la sua voce. Ha scritto una lettera aperta al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella quale ha espresso la sua delusione per l’ingiusta multa e ha sottolineato l’importanza di riconoscere gli straordinari sforzi compiuti dal personale medico durante la pandemia. La sua lettera è un grido di aiuto per tutti gli operatori sanitari che, nonostante le difficoltà, hanno continuato a lavorare instancabilmente per proteggere la salute pubblica.

Il caso del dottor Vito Procacci solleva importanti questioni sull’equilibrio tra le esigenze del servizio sanitario e il rispetto delle leggi sul lavoro. La sua storia rappresenta una delle molte sfide che gli operatori sanitari in tutto il mondo hanno dovuto affrontare durante la pandemia. La sua lettera a Mattarella è un appello alla compassione e al riconoscimento dell’eccezionale impegno di chi ha combattuto in prima linea contro il Covid-19.Nella lettera Procacci evidenzia che la sua struttura durante il periodo Covid ha salvato “la vita a circa 8600 pazienti, di cui 1600 ventilati meccanicamente”.
“Le scrivo – dice – perché oggi, dopo tutto l’impegno profuso da me e dalla mia meravigliosa equipe nel contribuire orgogliosamente a rendere un essenziale servizio ai cittadini, in nome del giuramento di Ippocrate e dell’articolo 32 della Costituzione, le affido tutta l’amarezza, la delusione e lo sgomento per il trattamento ricevuto da uno Stato che amo ma nel quale ad oggi faccio fatica a riconoscermi”.
“Nei giorni scorsi io e i miei colleghi, direttori di reparti intensivistici, impegnati nel periodo Covid, siamo rimasti allibiti – spiega – nell’aver ricevuto dal locale Ispettorato del Lavoro una pesante e paradossale sanzione amministrativa, che nel mio caso è pari a 27.100 euro. Tutto ciò, per aver adempiuto al nostro dovere ineluttabile di operatori sanitari durante il periodo tragico dell’emergenza Covid”. Il verbale imputa ai sanitari “di non aver rispettato all’epoca i riposi prescritti e aver lavorato più delle ore previste (tra l’altro calcolo tecnicamente infondato)”.

Procacci annuncia di aver fatto “opposizione” ma “non posso negarle che – scrive rivolgendosi a Mattarella – mi sento profondamente ferito da un Paese che fino a poco tempo fa ci definiva eroi, insignendoci, tra l’altro, di un premio per ‘aver fatto respirare la Gente di Puglia’ e oggi ci chiama trasgressori in un burocratico quanto asettico verbale di sanzione amministrativa”.

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