Tumori del sangue: in Italia +35mila casi ogni anno. Istituto Amadori, “nel 70% dei casi è remissione completa”
Ogni anno in Italia si contano circa 35mila nuovi casi di tumori del sangue, come linfomi, leucemie, mieloma multiplo. Grazie alle nuove prospettive di trattamento oggi il 70% delle persone colpite da tumori del sangue ottiene una remissione completa, a fronte del 30% di appena quindici anni fa. Sono questi i dati presentati ieri in occasione del XXXI Simposio della IACRLRD a Bologna.
Negli ultimi anni sono stati compiuti importanti progressi nella cura e trattamento dei tumori del sangue, come linfomi, leucemie, mieloma multiplo, tanto che oggi il 70% delle persone colpite da queste malattie guarisce oppure ottiene una remissione completa, rispetto al 30% di quindici anni fa. È uno dei dati presentato in occasione del XXXI Simposio della International Association for Comparative Research on Leukemia and Related Diseases (Iacrlrd), che si è aperta ieri a Bologna.
Negli ultimi anni sono state molte le novità in questo ambito. Le CAR-T rappresentano una delle frontiere più avanzate. Il trattamento “si basa sui linfociti del paziente modificati geneticamente. Il procedimento comprende varie fasi: dalla raccolta dei linfociti T dal sangue, alla loro ingegnerizzazione con un virus, fino alla reinfusione nel paziente“, spiega Giovanni Martinelli, Direttore scientifico dell’Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori “Dino Amadori” Irccs e presidente Iacrlrd.
“Oltre all’immunoterapia, oggi abbiamo a disposizione altri trattamenti molto efficaci come gli anticorpi monoclonali bispecifici, che colpiscono le cellule tumorali con estrema precisione, paragonabile a un laser“. Tuttavia, precisa lo specialista, “è essenziale che i pazienti siano trattati in centri di riferimento, che possono garantire la reale applicazione della medicina di precisione grazie alla ricerca delle mutazioni genetiche e la conseguente scelta della terapia migliore“.
Il Simposio prevede la partecipazione di circa 700 esperti da tutto il mondo, che si confronteranno sulle ricerche più recenti e punteranno a delineare percorsi diagnostici e terapeutici il più possibile omogenei a livello internazionale.