Riforma dell’assistenza ospedaliera e territoriale, ACP: “Estendere l’età pediatrica a 18 anni”.
Nella riforma dell’assistenza ospedaliera e territoriale, prevista nei DM 70 e DM 77, per quanto concerne la pediatria, per l’Associazione culturale pediatri (Acp) bisognerebbe estendere l’età dei pazienti a 18 anni, creare gruppi multidisciplinari razionali sul territorio e affrontare la salute mentale come epidemia. Questo l’auspicio dell’Acp, che fa seguito al contributo della Società italiana di Pediatria (Sip) ai lavori del Tavolo tecnico ministeriale sui decreti di riforma.
“La figura del pediatra di cure primarie, nel suo ruolo di prevenzione, cura e advocacy all’interno delle case di comunità è indispensabile – dichiarano i pediatri Acp – e necessita di una profonda riflessione e ridefinizione delle sue funzioni. Conseguentemente, una risposta alla riorganizzazione territoriale si trova solo all’interno di una organizzazione di un gruppo multidisciplinare. Appare evidente come tale rinforzo non possa avvenire se il territorio diventa gregario dell’ospedale, senza riconoscimento delle sue competenze che sono quelle della pediatria di cure primarie”.
“Nel contributo Sip – continuano – la salute mentale viene affrontata solo dal punto di vista della carenza dei posti nei reparti di Neuropsichiatria infantile (Npi), problema reale ma non l’unico. I problemi di salute mentale dei bambini e degli adolescenti sono notevolmente aumentati durante e dopo la pandemia, ma anche prima erano presenti molte criticità organizzative”.
“I dati sono allarmanti – concludono i pediatri Acp – e richiedono una stretta collaborazione con le società scientifiche di Npi al fine di trovare proposte scientifiche e pratiche per rispondere a una tale emergenza che possiamo definire epidemia, che investe il territorio ancor prima dell’ospedale, ancora una volta in funzione della complessità delle cure”.