È meglio donare il sangue o il plasma? Donare è pericoloso per la salute? Posso avere un permesso di lavoro per donare il sangue? Le risposte del Ministero della Salute ai quesiti più ricorrenti sulla donazione del sangue.
È meglio donare il sangue o il plasma?
Non ci sono donazioni di “serie A” o di “serie B”, e sia il sangue intero che il plasma sono indispensabili ai pazienti per terapie salvavita. La donazione di plasma è più “leggera” per l’organismo perché non comporta un abbassamento dell’emoglobina nel sangue e potrebbe essere più indicata per le donne, ad esempio, che generalmente presentano livelli più bassi rispetto agli uomini.
Donare sangue è pericoloso per la salute?
La donazione non è una procedura pericolosa e il colloquio con il medico minimizza la possibilità che donino persone a rischio di eventi avversi.
E se prendo farmaci?
L’assunzione di farmaci di per sé non preclude la donazione. Alcune terapie però non sono compatibili con la procedura e possono portare a una sospensione temporanea, bisogna quindi segnalare sempre al medico selezionatore i farmaci assunti per una valutazione.
Per donare bisogna essere a digiuno?
No, è possibile fare una colazione leggera se si dona di mattina, l’importante è non assumere latte o derivati.
Posso comprare il sangue?
No, in Italia il sangue è gratuito ed è proibito comprarlo o venderlo.
Il sangue trasfuso è sicuro?
Sì, da oltre dieci anni non si hanno notizie di infezioni trasmesse tramite trasfusione.
A garantire la sicurezza ci sono il questionario e il colloquio con il medico, che hanno anche la funzione di individuare soggetti che hanno avuto comportamenti a rischio, e le analisi post donazione, senza i cui risultati la sacca non può essere utilizzata. Anche il fatto che la donazione è anonima e non remunerata è una garanzia di sicurezza, perché evita che qualcuno possa andare a donare per motivi che potrebbero far nascondere comportamenti a rischio.
Posso aver un permesso dal lavoro per poter donare?
Il donatore di sangue, lavoratore dipendente, ha diritto ad ottenere un permesso di lavoro per l’intera giornata in cui effettua la donazione, conservando la normale retribuzione per l’intera giornata lavorativa (art8, legge219/2005).
Una volta effettuata la donazione il personale del servizio trasfusionale o dell’unità di raccolta dovranno fornirgli un attestato di avvenuta donazione che poi dovrà essere consegnato al datore di lavoro.
Per gli aspiranti donatori, lavoratori dipendenti, che verranno ritenuti non idonei alla donazione, il permesso retribuito coprirà solo il tempo necessario all’accertamento dell’idoneità e alle relative procedure. La non idoneità alla donazione è certificata dal medico del servizio trasfusionale o dell’unità di raccolta e la certificazione andrà consegnata al datore di lavoro.
La mia donazione viene pagata?
La donazione in Italia, sia di sangue che di plasma, non è remunerata. Oltre agli aspetti etici, questa scelta è una ulteriore garanzia di sicurezza per i pazienti che ricevono il sangue o gli emoderivati, perché evita che chi va a donare nasconda al medico eventuali fattori di rischio.
Posso donare per un parente che deve subire un intervento?
La donazione in Italia è anonima, e non è possibile “indirizzare” il sangue donato, sia per motivi etici sia, anche in questo caso, per garantire la sicurezza. Le terapie che richiedono trasfusioni o emoderivati fanno parte dei Livelli essenziali di assistenza (LEA), e devono pertanto essere garantiti.
E se viaggio?
In alcuni paesi ci sono malattie endemiche che si trasmettono attraverso il sangue, come la malaria. Consulta la pagina paesi del mondo del sito Simti.
Il donatore che viaggia in questi paesi potrebbe quindi dover essere sospeso. Per questo è necessario comunicare al medico donatore tutti i viaggi effettuati nei mesi precedenti la donazione.