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Fao, un bimbo su due nel mondo ha carenze di ferro, vitamina A e zinco

Con il Report “Contributo  degli alimenti di origine animale alla sana alimentazione per il miglioramento della nutrizione e della salute” la Fao evidenzia la carenza di micronutrienti tra bambini e donne in gravidanza.

Ferro, vitamina A e zinco sono tra i micronutrienti più carenti tra i bambini e le donne in gravidanza di tutto il mondo. A livello globale, più di un bambino in età prescolare su due, che tradotto in cifre equivale a 372 milioni di individui, ha uno o più deficit di questo tipo. Le donne in età  fertile che patiscono le stesse carenze sono circa 1,2 miliardi. Questo è quanto emerge dall’analisi dei dati riportati nel Rapporto Fao. 

Il ferro

“Anche un’alimentazione corretta, a volte, può non essere sufficiente ad assimilare la dose raccomandata di ferro”. Ha spiegato in un’intervista a Sanità Informazione  Elena Bozzolo, pediatra e consigliere nazionale della Sip, la Società Italiana di pediatria. “La quantità di ferro giornaliera necessaria ad ogni singolo individuo varia in base a genere, età ed alla situazione in cui ci si trova in quel momento della vita. Le donne – ha aggiunto la pediatra –, in generale, hanno necessità di un apporto di ferro maggiore rispetto agli uomini, fabbisogno che aumenta in gravidanza, in allattamento e durante il ciclo mestruale. Ne hanno una necessità superiore ai loro coetanei anche i bambini che praticano attività sportiva a livello agonistico. È frequente rilevarne una carenza tra le adolescenti che seguono regimi alimentari restrittivi o alternativi, come diete dimagranti, vegane o vegetariane. Tra gli alimenti che contengono maggiore quantità di ferro ci sono: carne rossa, legumi, verdura a foglia, frutta secca. In assenza di una nutrizione adeguata – dice la pediatra – è consigliabile utilizzare degli integratori alimentari”.

Le vitamine e lo zinco

Non è un caso, dunque, se tre quarti dei bambini, tra cui il Report della Fao ha riscontrato carenze nutrizionali vivono in Asia meridionale e orientale, nel Pacifico e nell’Africa sub-sahariana.

“Il  consumo di proteine animali, come carne, uova e latticini – si legge nel Rapporto – varia molto nel mondo”. Da non sottovalutare nemmeno le carenze di vitamine e di zinco. “Le prime sono fondamentali per le donne in gravidanza, tanto che carenze vitaminiche possono essere tra le cause di malformazioni fetali. Una carenza di zinco, invece, può compromettere le difese immunitarie. Nei bambini può causare un rallentamento della crescita e dello sviluppo”, ha spiegato la specialista.

L’eventuale carenza di vitamine può essere valutata dal pediatra o dal medico di medicina generale attraverso un’anamnesi medica in grado di far emergere un’eccessiva selettività della dieta e le carenze associate. Se necessario, le vitamine, come il ferro, possono essere dosate con esami ematici.

Il Report

Secondo i dati contenuti nel documento della Fao, una persona in Congo consuma in media solo 160 grammi di latte all’anno, mentre in Montenegro consuma 338 chili. Quanto alle uova, una persona in Sud Sudan ne consuma in media 2 grammi all’anno rispetto a una media di 25 kg per una persona a Hong Kong. La persona media in Burundi consuma solo 3 chili di carne all’anno, rispetto ai 136 chili di chi vive a Hong Kong.

Se consumati come parte di una dieta appropriata, spiega il rapporto Fao, “gli alimenti di origine animale possono aiutare a raggiungere gli obiettivi nutrizionali approvati dall’Assemblea Mondiale della Sanità  e dagli obiettivi di sviluppo sostenibile”, relativi alla riduzione del basso peso alla nascita, dell’anemia nelle donne in età riproduttiva e dell’obesità.

 

 

 

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