Adottato il Piano Nazionale per la medicina di genere
Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, e il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, hanno sottoscritto il decreto di adozione del Piano Formativo Nazionale per la Medicina di Genere (in attuazione dell’’articolo 3, comma 4, della Legge 11 gennaio 2018, n. 3). Il Piano dovrà intercettare i bisogni formativi specifici di ciascun professionista, tenendo conto delle qualifiche professionali e delle competenze.
Il documento, predisposto in collaborazione col Centro di Riferimento per la Medicina di Genere dell’Istituto Superiore di Sanità ed esperti regionali in medicina di genere, è stato sottoposto al Consiglio Superiore di Sanità, il quale ha istituito un gruppo di lavoro, in seno alla Sezione II.
Il Piano integra quanto già sancito dal Piano per l’applicazione e la diffusione della Medicina di Genere in materia di formazione e ha lo scopo di fornire indicazioni sulla formazione in medicina di genere, definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come lo studio dell’influenza delle differenze biologiche (definite dal sesso) e di quelle sociali, economiche e culturali (definite dal genere) sullo stato di salute e di malattia di ogni persona.
In particolare, la formazione, per la natura trasversale della tematica, dovrà da un lato diffondere tra tutti i professionisti coinvolti una cultura verso un nuovo approccio capace di riconoscere l’impatto delle differenze di sesso e genere, al fine di adattare ad esse la propria pratica e, dall’altro, dovrà intercettare i bisogni formativi specifici di ciascun professionista, tenendo conto delle diverse qualifiche professionali e delle diverse aree di competenza.
Solo tramite un approccio che integri questi diversi aspetti sarà infatti possibile fornire ai professionisti strumenti per erogare prestazioni che non siano solo volte a garantire qualità e appropriatezza, ma anche equità e inclusione.
Il Piano, non solo offre un inquadramento generale sulla tematica della medicina di genere, fornendo le principali definizioni e i riferimenti nazionali e internazionali, ma individua i soggetti coinvolti, le aree di applicazione, le modalità e i contenuti della formazione in medicina di genere. Infine, definisce le modalità della verifica della sua applicazione.
In altre parole, il Piano segue alcuni principi generali:
- un approccio intersettoriale tra le diverse aree mediche e le scienze umane che tenga conto delle differenze derivanti dal genere, al fine di garantire l’appropriatezza della ricerca, della prevenzione, della diagnosi e della cura
- promozione e sostegno della ricerca (biomedica, farmacologica e psico-sociale) basata sulle differenze di genere
- promozione e sostegno dell’insegnamento della medicina di genere, garantendo livelli di formazione e di aggiornamento adeguati per il personale medico e sanitario
- promozione e sostegno dell’informazione pubblica sulla salute e sulla gestione delle malattie, in un’ottica di differenza di genere.